Report ICF 4, il resoconto dell’evento svoltosi al Teatro Principe di Milano il 29 settembre che ha visto Alessandro Botti vs Abner Lloveras nel main event.

Come consuetudine l’evento si è aperto con una divertente preliminary card di match dilettanti, a conferma dell’ottimo occhio degli organizzatori per le giovani promesse di questo sport.

A dare il via all’evento vero e proprio è stato il dominio totale di Federico Fasciano, che si è sbarazzato senza patemi d’animo di un comunque valoroso Marco Esposito. Esposito, nonostante un grande cuore, non ha trovato modo di opporsi alla lotta del prodotto dell’MMA Atletica Boxe. Fasciano è apparso di un altro livello fin dalle prime battute e ha trovato la rear-naked choke decisiva nel secondo round.

Nel match successivo Tanio Pagliariccio, fresco di camp all’ATT, ha affrontato Facundo Frognier, subentrato con pochissimi giorni di preavviso. Nonostante le premesse sembrassero indicare un match a senso unico, l’argentino ha saputo dare battaglia e ha dato più di qualche grattacapo al giovane partenopeo. Pagliariccio comunque vince indiscutibilmente tutti e tre i round, portando il suo record a 3-0. Prestazione positiva anche per Frognier, che merita di essere rivisto in azione con un camp alle spalle.

L’incontro tra Ashley Rosi e Luca Panzetta doveva essere uno dei più promettenti in termini di spettacolo e non ha deluso. Il match è stato intensissimo sin dal walkout: Rosi è entrato sulle note di “Sweet Caroline“, canzone di entrata di Darren Till, Panzetta lo segue con “Kings Never Die“.

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Su questo aspetto voglio aprire una piccola parentesi. Negli eventi di MMA in Italia c’è sempre di più la tendenza a risparmiare qualche centinaia di euro. Si evita di pagare i diritti per le canzoni e si impone ai fighter sottofondi musicali prestabiliti. La differenza in termini di emozioni è abissale. L’ingresso di un atleta con la sua canzone scelta crea un’atmosfera unica ancora prima che il match inizi. ICF in questo è sempre stata impeccabile, così come tutte le altri grandi promotion italiane.

Il match è stata una vera battaglia con i due che non si sono risparmiati e hanno risposto colpo su colpo. Alla fine di un match molto equilibrato, porta a casa la vittoria per split decision il comasco. Verdetto che ha fatto discutere, ma con cui mi sono trovato d’accordo, perché al netto di un sostanziale equilibrio nella parte in piedi, Panzetta si è fatto preferire per i primi due round dal punto di vista del lottato. Panzetta si candida prepotentemente a talento emergente della divisione pesi gallo. La sconfitta per Rosi però non è certo una bocciatura, anzi il livornese ha davanti a sé un futuro altrettanto roseo.

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Nel match più pesante della serata Pietro Penini si è reso protagonista di un grande comeback. Il veronese non solo è tornato alla vittoria dopo la prima sconfitta della sua carriera, ma è riuscito a vincere dopo aver accusato nei primi secondi del match un colpo devastante di Demontis, che per poco non metteva fine al match. Un’ingenuità del sardo, che si è gettato a terra per cercare la finalizzazione è costata il match a Demontis. La superiorità di Penini a terra si è dimostrata schiacciante e in pochi attimi ha ribaltato la posizione, tempestando di colpi l’avversario fino allo stop.

Non c’è stato un attimo di riposo a livello emozionale. Nell’incontro successivo abbiamo assistito al ritorno in grande della versione “Barbaro” di Andrea Fusi, che insieme ad un coriaceo Gabriel Conti, ha regalato un altro match ricco di spettacolo. Il brianzolo è tornato a far vedere quelle tempeste di colpi poderosi che lo hanno reso noto e ha dimostrato anche di essersi evoluto tatticamente, trovando una bellissima ghigliottina in piedi. La finalizzazione gli è valsa anche la prima vittoria per sottomissione in carriera.

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Il match tra Gianluca Rocca e Francesco Moricca è stato il classico momento in cui nessuno avrebbe voluto essere al posto dei giudici. Un incontro talmente intenso ed equilibrato, da essere aperto a qualsiasi interpretazione. Il verdetto non unanime che ha premiato il romagnolo ha visto due giudici assegnare un 30-27 a testa ai due atleti. Il match è stata una contrapposizione tra lo striking magistrale e pulitissimo di Moricca e quello educato, ma poco ortodosso di Rocca, in pieno stile del suo più noto sparring partner Leonardo Zecchi.

Il co-main event è stato un match in cui non si poteva chiudere occhio nemmeno per un istante. Uno scatenato Yousof Hassanzada è avanzato mordendo il paradenti e caricando ogni colpo come se fosse l’ultimo. Nonostante la disperazione del suo angolo, l’afghano non ha accennato ad alzare la guardia, errore che contro Walter Pugliesi non può che rivelarsi fatale. Dopo aver assorbito un paio di bombe, il monzese ha infilato un colpo chirurgico, facendo vacillare per un secondo Hassanzada. Attimo che è bastato a Pugliesi per chiudere una perfetta ghigliottina da cui l’avversario non è potuto uscire. Il record di Pugliesi resta perfetto dopo quattro match. Il suo arsenale, già spaventoso, si arricchisce anche di un submission game di alto livello. L’arma in più di questo talento si dimostra, ancora una volta, quel killer instict che solo i fenomeni hanno.

Il main event è stato il momento più alto e triste della storia di ICF. Il beniamino di casa Alessandro Botti ha caricato subito il suo tifo entrando sulle note degli Articolo 31. Il pubblico lo ha accompagnato cantando il ritornello e il risultato è stata un’entrata memorabile. Il campione in carica ha iniziato bene il match, tenendo il centro dell’ottagono. “Bad” ha provato a fiaccare il footwork dell’avversario inserendo costantemente nelle combinazioni violenti low kick.

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Nel momento centrale del round Lloveras si è scosso e si è fatto sempre più preciso con la sua boxe. E da campione navigato, al primo spiraglio che Botti gli ha concesso, lo spagnolo ha fatto partire un poderoso overhand che non ha lasciato scampo a “Bad” che è finito al tappeto. ICF corona così come campione un fighter di primissimo livello in Europa. La promotion guadagna una stella internazionale, ma allo stesso tempo perde quello che forse era il suo campione più rappresentativo ed amato dal pubblico, che piomba in un silenzio addolorato.
Botti si rialza e da signore il suo primo gesto è andare ad alzare il braccio di Lloveras. Un atto con cui riconosce che lo spagnolo in gabbia è stato un gradino sopra. Il pubblico rompe il gelo con un grande applauso al campione sconfitto con onore e al nuovo re che ha domato il Principe da vero fenomeno.

Il bilancio della serata non può che essere ampiamente positivo. I match in primis sono stati dal primo all’ultimo godibili ed emozionanti, sia dal punto di vista tecnico che da quello dello spettacolo. Tanto che sarebbe un peccato che i video degli incontri non vengano resi pubblici dalla promotion, come successo per i precedenti eventi, perché sarebbero un’ottima pubblicità oltre che per gli atleti per ICF stessa in primis. Apprezzabili anche i video introduttivi degli atleti, che hanno contribuito in modo decisivo a rendere l’atmosfera elettrizzante. Il Principe, però, si porta dietro una serie di difetti strutturali di cui si è già ampiamente parlato.

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Mancanze di cui gli organizzatori saranno ben consapevoli e che, se ICF vorrà alzare definitivamente l’asticella, dovranno portarli ad abbandonare questa location per ambire a palazzetti più grandi. Anche il prezzo dei biglietti andrebbe un po’ abbassato, che  con questi prezzi non sono troppo popolari ed accattivanti per i fans più casual. ICF 4 però è stato un ottimo evento a cui poco si può recriminare, un’ottima apertura per la seconda trilogia della promotion. Ad ICF 5 e 6 il compito di non deludere le aspettative e continuare questa progressiva crescita.

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Crediti immagine di copertina: Fabio Barbieri

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Andrea Brenna

Studente di Scienze umanistiche per la comunicazione e grande appassionato di sport, scopro le MMA solamente un paio di anni fa ma è stato subito amore a prima vista.

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