UFC 294 ha cambiato pelle, ma non identità. Giovanni Bongiorno e TheRealMirkShow ne parlano nell’attesa nuova puntata del podcast di MMA Talks. Saltati main e co-main event originali, la promotion di Endeavor si è subito mossa per far sì che i due match principali dell’attesissima card Ultimate Fighting Championship riacquisissero brillantezza. Di seguito, l’analisi di UFC 294.

Buon ascolto.

Ascolta “UFC 294: Makhachev vs. Volkanovski 2” su Spreaker.

A dispetto di alcune voci di corridoio che volevano Marvin Vettori in sostituzione di un infortunato Paulo Costa, la scelta della UFC è ricaduta sull’ex dominatore dei pesi welter Kamaru Usman come prossimo sfidante di Khamzat Chimaev. “The Nigerian Nightmare” ha un piano ben preciso: battere Chimaev togliendogli l’imbattibilità, conquistare il titolo dei medi per adesso in mano a Sean Strickland e scendere ancora nei welter per riprendersi l’oro anche lì, prima del ritiro. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il ceceno più pericoloso in circolazione, tanto per cominciare.

Spazio anche ad un rematch clamoroso nel main event, che vedrà il ritorno del campione dei pesi leggeri in carica, Islam Makhachev. Dopo il taglio all’arcata sopraccigliare subito da Charles Oliveira, la UFC aveva pensato di utilizzare il backup Mateusz Gamrot (fresco di vittoria su Rafael Fiziev), ma il dominatore dei pesi piuma Alexander Volkanovski ha invece chiesto prima del tempo il rematch tanto agognato, e la promotion non ha avuto nulla da ridire, anzi. Nel loro primo scontro, Makhachev ha riportato una vittoria per decisione unanime. Riuscirà il lottatore daghestano a ripetersi?

Nonostante questi due match siano stati accettati da due fighter in short notice, i sopracitati combattenti sono atleti esperti che sanno benissimo a cosa vanno incontro e cercheranno in tutte le maniere di mettere a segno due upset che potrebbero risultare colossali.

La card prevede anche l’incontro tra l’ex sfidante al titolo dei massimi leggeri Magomed Ankalaev e l’istrionico Johnny Walker. Chi vincerà?

Testo a cura di: Giovanni Bongiorno.

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