Megan Anderson combatte contro la depressione dopo il trasferimento dall’Australia a Kansas City. La nativa australiana ha di recente combattuto e perso il suo debutto in UFC contro Holly Holm, nonostante la sconfitta, vuole arrivare in alto e molti degli addetti ai lavori credono che abbia quel potenziale.

Ma la vita non è stata facile per Anderson, non lo è tuttora: dopo aver prestato servizio nell’esercito australiano dal 2008 al 2010, la giovane atleta si è sentita persa, sopraffatta. Non aveva idea di cosa il futuro avesse in serbo per lei, e questo la irritava profondamente.

La ventottenne non è cresciuta con il sogno di diventare una lottatrice di MMA, suonava il pianoforte ed il violoncello, esercitandosi per ore nella nativa Gold Coast. Quando si diplomò al liceo, la carriera militare sembrava una buona direzione come qualsiasi altra, almeno per un paio di anni.

Infatti fu dimessa nel 2010 e subito dopo cadde in un periodo di profonda depressione. La scorsa settimana, per la prima volta, Anderson ha parlato di come fosse la sua vita prima di farsi strada nel mondo delle MMA, una vita finita in pezzi dopo il servizio militare in Australia:

Nel 2010 sono stata ricoverata in ospedale per tentato suicidio. È qualcosa con cui mi sono confrontata ed ho imparato a conviverci. Mi colpisce molto sentire di altre persone fare quello che ho fatto.

Durante e dopo il periodo di ricovero, Anderson dovette prendere una decisione, la medicina non faceva per lei, così cercò aiuto presso altri professionisti della salute mentale.

Iniziare ad allenarmi e avere uno scopo è stato quello che mi ha veramente aiutata, avere una ragione per alzarsi dal letto è stato ciò che mi ha reso migliore.

Anderson si è sempre divertita a guardare gli incontri in TV, ma non aveva mai considerato di diventare un’atleta lei stessa. Questo fino a quando un allenatore che conosceva non la invitò a provare per una settimana. Due mesi dopo non poteva più smettere.

Dopo aver combattuto in Australia per diversi anni, Anderson ha preso la decisione di trasferirsi in città a Kansas City nel 2015, dove avrebbe potuto fare il salto di qualità con l’allenatore e lottatore UFC James Krause.

C’è voluto un po’ prima di credere di aver preso la decisione giusta: chiamava la madre ogni giorno e piangeva al telefono, ma mentre si abituava alla vita a KC iniziò ad interessarsi alla difesa della salute mentale e all’insegnamento del suo sport, sapeva di aver fatto la scelta giusta. Per ora Anderson ha un record di otto vittorie e tre sconfitte, l’ex campionessa Invicta FC deve ancora tenere a bada l’ansia e la depressione:

Ho ancora a che fare con la depressione, sono davvero concentrata, mi alleno molto e le endorfine aiutano. Dopo una sconfitta continuo a soffrire di depressione post-incontro. Quest’ultima sconfitta però non mi interessa nemmeno di aver perso. Abbiamo fatto tutto ciò che volevamo fare, non ho avuto niente da perdere, perché credo di aver guadagnato così tanto combattendo contro di lei.

Nel 2006 Holly Holm si allenava, io non avevo ancora finito la scuola, faccio questo sport da 5 anni, ho dimostrato che appartengo a questo sport, ma ho ancora molto lavoro da fare.

Anderson dice che non combatte più per se stessa, combatte per tutte le persone che l’hanno fatta sentire a casa sua a KC, e quelle che, come sua madre, continuano a supportarla dall’Australia.

Sono una persona completamente diversa ora, posso guardarmi soggettivamente, e gestisco le emozioni meglio, sono più brava ad affrontarle frontalmente e gestire il problema.

Spero davvero di poter diventare una figura di riferimento. Alcuni adulti e giovani devo sapere che è ok non essere ok, il mondo continua a girare, e anche tu andrai avanti. Se posso aiutarli ed essere un modello per loro, allora sto servendo il mio scopo.

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Andrea Tommolini

Studente universitario iscritto alla facoltà di scienze umanistiche di Urbino, da sempre sono appassionato di arti marziali e sport da combattimento, agonista di grappling e BJJ.

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