Report IFC 3, si è conclusa da poche ore la terza serata organizzata dal circuito italiano di arti marziali miste Italian Fighting Championship.

Il 5 maggio IFC si presentava all’esame di maturità, il capitolo che avrebbe chiuso il primo trimestre di vita della compagnia e in cui si sarebbero tirate le somme. Partiamo subito dal dire che la promotion ha superato a pieni voti l’appuntamento con la “commissione” rappresentata dal pubblico e dalla critica, anche se non sono mancati alcuni spunti su cui riflettere in futuro.

Protagonisti della serata i lottatori e il promoter Alex Dandi, che è intervenuto più volte nel corso della serata, microfono alla mano, per intrattenere e stimolare il pubblico molto caloroso nei confronti dei lottatori di casa. Interessante l’idea di abbellire il semplice lottato con degli elementi di contorno come un filmato di recap e dei mini video di presentazione prima dell’entrata in gabbia degli atleti. Da vedere anche a quali risultati porterà l’aver girato delle interviste e delle riprese grazie alla presenza in sala dei ragazzi della Milano Film Academy.

Per chi non fosse stato presente all’evento e per chi vuole rinfrescarsi la memoria consigliamo il play-by-play di Stefano Summa, collega di MMA-Today.

Ad aprire le danze della card professionistica un incontro molto combattuto tra il giovane talento milanese Tanio Pagliariccio e Silvano Bolognani. Ottima prova da parte di Pagliariccio, che si conferma come un lottatore da tenere d’occhio nella divisione dei pesi gallo. Bolognani, sfruttando il fatto di avere un baricentro più basso rispetto all’avversario, inchioda Pagliariccio contro la gabbia per la maggior parte dell’incontro, ma riesce a fare poco altro. È l’atleta del Ludus Magnum quello con lo striking più efficace, di fronte a tentativi di stallare l’incontro da parte di Bolognani che non possono essere considerati grappling effettivo. Giusta la decisione di dare la vittoria a Pagliariccio, che sui nostri cartellini ha vinto per 30-27.

Nel secondo match, Walter Cogliandro del neonato Cardano Top Team vince senza troppi patemi contro Gianluca Carta. “The Snatch” sposta in fretta l’azione a terra, prende la monta e da lì fa piovere colpi in ground and pound. Ennesima prova brillante per Cogliando che ha più volte dichiarato di avere in mente un solo nome nella divisione italiana dei pesi piuma: Federico Mini.

La terza sfida prevedeva il ritorno in gabbia di uno degli astri nascenti del milanese, Walter Pugliesi, opposto al torinese Gabriel Conti. A portare a casa la vittoria è Pugliesi che, dopo una partenza con qualche incertezza, ingrana la marcia giusta e, grazie ai sempre validi consigli del suo corner, porta a casa la vittoria.

Il premio simbolico di match della serata va alla violenta sfida tra Francesco Moricca e Stefano Tiengo. Sulla carta, la bilancia pendeva in favore dell’atleta del Superbia Management, ma Tiengo ha fatto vedere anche nelle precedenti uscite di essere uno che sa vendere a carissimo prezzo la pelle. Dopo un round in favore dell’atleta del Team Ligorio, Moricca riesce a trovare le distanze e a portare a segno dei tremendi low kick, retaggio dei suoi trascorsi nella kickboxing. Lo striking del “Blessed Warrior” è qualcosa di spettacolare per efficacia e pulizia dei colpi, Tiengo va in difficoltà più volte e nel corso del terzo round sembra sul punto di non riuscire a rimettersi in piedi al richiamo dell’arbitro per inattività. Con gran cuore, però, Stefano Tiengo si rialza e con le sue ultime forze si trascina verso un verdetto unanime dei giudici che ha giustamente premiato la prestazione di Moricca.

Prestazione maiuscola per Virgiliu Frasineac che porta a casa una nuova vittoria per TKO al primo round. L’avversario dell’Ice Man, il francese Jean Dutriaux, parte bene e mette in difficoltà il moldavo con un tentativo di armbar sibillino, ma l’atleta del Cardano Top Team esce dalla sottomissione e fa tremare le gambe dell’avversario con delle ginocchiate micidiali. Nelle recenti uscite, Frasineac è apparso sempre più dominante e completo, che sia arrivato il tempo di mandarlo in qualche promotion di più alto spessore?

Il primo dei tre match titolati finisce dopo quattro minuti e mezzo con Francesco Nuzzi che alza la cintura dei pesi gallo IFC al cielo. L’atleta pugliese annulla completamente il vantaggio fisico del suo avversario Percy Herrera, che cade vittima di una spettacolare ginocchiata al volto in un tentativo di takedown. Con l’avversario a terra, per Nuzzi è un attimo prendere la Crucifix e scaricare sul volto dell’avversario delle gomitate che costringono l’arbitro a chiamare la fine dell’incontro.

Il co-main event vede protagonista il brianzolo Alessandro Botti, con al seguito un buon numero di sostenitori pronti a sostenerlo per tutta la durata dell’incontro. Gert Kocani, d’altro canto, deve dar fondo a tutte le sue tecniche per tentare di contrastare l’inarrestabile “Bad”, che per quattro round costringe l’americano di origini albanesi a stare spalle alla gabbia e a subire i colpi. Bravo Botti nel non forzare mai il ritmo dell’incontro, col rischio di cadere nelle trappole dell’esperto avversario, bravo Kocani a far andare a vuoto molti colpi dell’atleta brianzolo. Quando i colpi di “Bad” vanno a segno, però, si fanno sentire e non poco, uno di questi piega le gambe dell’avversario che deve arrendersi in favore del nuovo campione dei pesi leggeri IFC Alessandro Botti.

Per l’incontro principale della serata c’erano grosse aspettative e Stefano Paternò ha saputo soddisfarle alla grande. Gli aggettivi si sprecano in questo caso, l’atleta di Garcia Amadori vince di prepotenza contro l’inglese John Maguire. L’incontro dura poco, ma in quei pochi frangenti Paternò fa vedere di essere migliorato sulla takedown defence e conferma di avere mani molto pesanti e un killer instinct non da poco. Poco dopo la fine dell’incontro, il manager di Paternò, Alex Dandi, visibilmente emozionato per l’esito del main event, inizia a urlare “Andiamo in UFC! Andiamo in UFC!” e presenta all’autore di questo report una mail di una figura collegata all’UFC, il cui nome non si è colto a causa della concitazione del momento, in cui si dice che “terranno d’occhio Paternò il 5 maggio”. La palla, dunque, passa al management dell’atleta, che a questo punto è tenuto a mantenere le promesse della vigilia e portare l’atleta milanese nell’ottagono più famoso del mondo.

Lo spettacolo non è mancato al Teatro Principe la sera del 5 maggio, lo spettatore pagante non può ritenersi insoddisfatto per il lottato, nonostante i 35/40 euro sborsati per un biglietto che non ha garantito a tutti un posto a sedere.

Oltre alla questione dei posti, la location si porta dietro alcuni problemi atavici che non sono stati del tutto risolti. Per esempio, come sottolineato anche dal collega Jim Edwards di MMANytt, l’assenza di una vera e propria area di riscaldamento per gli atleti, oppure il fatto che gli atleti debbano passare in mezzo agli spettatori per raggiungere gli spogliatoi. Un altro dei problemi che il Teatro Principe si è portato dietro negli eventi precedenti è stata l’impossibilità per gli atleti di farsi la doccia dopo l’incontro, cosa a cui si è ovviato per questa edizione, ma che ha reso di fatto chiaro che non ci sarebbero stati i controlli antidoping all’evento (lo stanzino delle docce è il locale che di solito veniva adibito per gli ispettori NADO).

Restiamo dunque in attesa di vedere quale futuro aspetta i lottatori protagonisti della serata e se questa trilogia IFC avrà un seguito.

, ,
Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

Leggi anche