Daniele Belardinelli, l’ultras del Varese ucciso negli scontri tra la tifoseria dell’Inter e quella del Napoli, non risulta essere stato un atleta di MMA.
Nella giornata di mercoledì 27 dicembre, le tifoserie di Inter e Napoli si sono scontrate fuori dallo stadio Giuseppe Meazza di Milano prima della partita che avrebbe viste opposte le due squadre. Gli scontri sono finiti con quattro feriti e un morto, Daniele Belardinelli, che è deceduto dopo essere stato investito da un van. Belardinelli era un ultras del Varese, tifoseria gemellata con quella dell’Inter. In passato, aveva ricevuto due Daspo, di cui uno di cinque anni.
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Nelle ultime ore si stanno diffondendo alcune informazioni su Belardinelli e i giornalisti hanno iniziato a scavare nel suo passato per scoprire chi fosse. Una mala interpretazione di un articolo del 2014, uscito su un giornale varesino di cronaca locale, ha generato l’associazione tra l’ultras del Varese e il mondo delle MMA italiane. Innumerevoli testate giornalistiche accreditate hanno definito Belardinelli “campione di MMA”, quando della persona in questione non c’è traccia nei registri di questa disciplina.
Nell’articolo uscito nel 2014 si parla di Belardinelli come di un cultore della scherma corta, disciplina in cui, stando alle cronache, ha ottenuto dei risultati importanti. Nello stesso articolo, poi, si parla dei risultati ottenuti nelle MMA in un’altra manifestazione sportiva da altri atleti che si allenavano nella stessa palestra di Belardinelli, la Fight Academy di Varese. Chi ha scavato nel passato di Daniele Belardinelli ha fatto confusione tra queste due discipline, che non hanno nulla in comune.
Belardinelli, inoltre, non risulta aver segnati incontri né da professionista né da amatore sui principali database di MMA al mondo, Sherdog e Tapology. Una fonte interna alla Fight Academy di Varese ha confermato a 4once che la persona in questione non ha mai praticato le MMA, né a livello amatoriale né a livello agonistico.
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