Intervista a Luigi Perillo, il fondatore di Superbia Management e della manifestazione The Golden Cage si racconta sulle pagine di 4once.

Un fiscalista appassionato di arti marziali miste, ecco come si può descrivere in breve il presidente del Superbia Management Luigi Perillo. È entrato in punta di piedi nel mondo delle MMA un paio di anni fa, ma ha ricoperto un ruolo di primo piano in quella valanga chiamata The Golden Cage che ha travolto la scena italiana e le ha cambiato il volto.

Perillo non è uno che si è concesso spesso ai microfoni. Ha preferito lavorare dalle retrovie e ha lasciato le luci della ribalta ad altre figure. Motivo per cui, appena mi è stata l’occasione di farmi una chiacchierata con lui, non ci sono stato a pensare due volte.

Sono un appassionato di MMA abbastanza datato. Seguo la UFC da quasi 16 anni, da quando giravano ancora quelle famose videocassette. Sono entrato in questo mondo da quando ho fatto la prima edizione del Golden Cage, quindi relativamente fresco.

Molti anni fa, seguivo la famiglia Gracie, prima il Vale Tudo, poi i primi UFC. Avevo degli amici americani che mi procuravano le videocassette degli eventi quando ancora in Italia non c’erano. Ho praticato kickboxing per quasi 14 anni, poi ho fatto un paio di anni di grappling con il maestro Fabio Tumazzo e adesso è un anno che faccio Brazilian Jiu Jitsu.

Faccio qualche allenamento di MMA ogni tanto, ma super, super light. Mi diverto a scambiare con i ragazzi ed è capitato che qualche mio pugno sia entrato durante lo sparring. Ho sentito bene anche quando mi sono arrivati i loro di colpi, dopo tutto ho quasi cinquanta primavere! Di bjj giro piuttosto bene, mi trovo più a mio agio senza colpi e lì si può fare sparring pesante anche con atleti di un certo livello.

Riguardo a Superbia e alla figure di questa società si è sentito di tutto e di più, per lo più chiacchiere da bar messe in giro dai soliti lestofanti che popolano la scena italiana. Chi meglio di Perillo stesso può descrivere il suo lavoro e quello della sua creatura?

Superbia è una s.a. (società anonima) e una s.p.a. a tutti gli effetti con un capitale sociale di 100 mila franchi. La sede è in Svizzera. Nel mondo delle società internazionali, la s.a. è uno dei modelli delle più rinomati ed è un soggetto giuridico con una rilevanza molto importante.

Il mio ruolo in Superbia è di presidente e socio fondatore, così come lo sono del Golden Cage. Per TGC mi sono sempre occupato di tutti i permessi: da quelli fiscali a quelli logistici amministrativi, permessi SIAE, vigili del fuoco e tutto il resto. Ho dovuto acquisire in fretta parecchia esperienza direttamente sul campo, nelle prime due edizioni dell’evento. Ero una spugna. Ora spero di divertirmi un po’ anche io con il terzo evento, perché, a tratti, non sempre è stato piacevole stare dietro a tutto quello che richiede un evento di MMA. È un delirio. Mettere insieme 20-30 teste non è facile, ognuno pensa a se stesso e vuole dire la sua. Io ho sempre cercato di accontentare tutti nel migliore dei modi, ma alla fine le decisioni ricadevano su di me. Soprattutto quelle economiche.

Il capolavoro di Superbia è rappresentato dalla manifestazione The Golden Cage, che ha fatto il suo esordio, tra lo scetticismo di molti, nel 2017 e si è consolidata come una delle più importanti della Penisola nel 2018.

La prima edizione è stata amore a prima vista, ma anche una fatica terribile. Ancora non avevamo padroneggiato i segreti del mestiere e tutto l’evento ha richiesto uno sforzo notevole. Il Teatro Ciak per alcuni versi è stato positivo, per altri negativo. Non dico nulla sulla card, ma non l’ho fatta io perché non era di mia competenza.

La seconda edizione è stata una gioia incredibile, ma la fatica è raddoppiata rispetto al primo evento. Il posto, purtroppo, era l’unico che potevamo utilizzare, la data scelta prima dei Mondiali di calcio era sbagliatissima. Abbiamo perso mille ragazzini che non sono venuti perché quella sera c’era la festa delle scuole a Milano. Tutti i nostri cantanti rapper, dopo sono andati nelle feste delle scuole a cantare.

Devo dire che mettere la gabbia in mezzo ha avuto il suo fascino. Io ho voluto tutto lo spettacolo e gli intramezzi per non annoiare il pubblico. C’è ancora da migliorare parecchio. Quello che sto per dire, non lo dico con presunzione, ma con passione e umiltà: siamo ancora al 30% delle nostre potenzialità e vogliamo aggiungere quel 70.

Una delle problematiche dell’edizione 2018 del Golden Cage è stato qualche problema a trattenere il pubblico all’interno della struttura. Lo avevamo rimarcato anche noi nel video report realizzato da 4once, ma anche Perillo si dimostra lucido e analitico al riguardo.

Lì c’erano 3500 persone, ma non erano tutte dentro. C’era “Grigliare Duro” fuori dal PalaSesto, in collaborazione con noi, si intende. La gente entrava e usciva in base all’incontro che volevano vedere. Dentro faceva molto caldo le persone facevano avanti e indietro a mangiare e bere. Un posto da 4500 persone, con l’abitabilità da 3500 spettatori e con dentro 1500 persone non mi è piaciuto tanto. Milano purtroppo non offre molte strutture diverse da quelle che abbiamo utilizzato. Si spera con il PalaLido, dove si terrà la prossima edizione, di trovare una struttura più efficiente e avere un effetto migliore per questa manifestazione.

Un evento come The Golden Cage costa circa 140 mila euro. È quello economicamente più caro in Italia, ma è anche quello che ha avuto più visibilità a livello televisivo grazie al passaggio su Fox Sports. Con la diretta abbiamo fatto 68 mila visualizzazioni, vale a dire vale 0,3% di share, che per un canale a pagamento come quello è un record assoluto. È stato per Fox Sport quello che San Remo è per Rai 1. Una roba eccezionale.

Abbiamo avuto un parterre vip importante. Amministratori delegati di importanti società oltre a personaggi del mondo dello spettacolo come Fabrizio Corona, e altri di RTL, di Mediaset e Striscia la Notizia, calciatori famosi. Un parterre del genere non si è mai visto in un evento di MMA. Non c’era un tavolo vuoto: 320 ospiti previsti e sono tutti arrivati.

Perillo non molla un centimetro e rilancia. Nel 2019, The Golden Cage continuerà il suo processo di maturazione e cambierà di nuovo pelle. Per l’anno venturo, si parla di un docu-reality diviso in puntate che culminerà con la diretta de TGC 2K19, chiamiamola così. I protagonisti saranno alcuni degli atleti italiani di maggior spicco, a prescindere dalla bandiera sotto la quale combattono.

Grazie ai risultati ottenuti, siamo riusciti a convincere qualcuno a puntare su questo sport grazie a un programma televisivo diviso in puntate. Il prossimo TGC è l’ultima puntata di un docu-reality che prenderà vita nel corso del 2019. Abbiamo firmato l’accordo da poco, la questione è molto fresca e ora bisogna cominciare ad andare a bussare alla porta degli sponsor che hanno dato il loro parere preventivo favorevole. Con TGC ci sono stati in passato sponsor internazionali come Nintendo e Timex. Grazie al mio lavoro da fiscalista internazionale, riesco ad avere contatti con quel tipo di clientela con facilità e li coinvolgo nella mia passione: le MMA.

Spero che questa mossa possa sdoganare finalmente questo sport in Italia. Ancora persiste la tendenza a dire: “Ah quei matti che combattono in gabbia, sangue e gambe spezzate”. La nostra missione è cambiare questa mentalità.

La manifestazione targata Superbia cambia pelle, come si diceva prima. Perché qualche ingranaggio della macchina che non si inseriva bene nel piano generale, secondo la visione portata avanti da Perillo e soci, è stato sostituito.

La novità consiste nel fatto che noi come organizzatori sceglieremo l’avversario da dare ai protagonisti del docu-reality insieme al coach dell’atleta in questione. Vorrei dare una mano al coach, non permetterei mai di imporre le mie scelte all’atleta e al suo allenatore. All’inizio, pensavo di gestire i ragazzi al di fuori del loro rapporto con i coach. Il coach fa un po tutto manager: matchmaker, assicuratore, preparatore, nutrizionista, etc. Ero contrario a questa cosa, ma in Italia non è facile da sradicare. Tutti i coach più forti e famosi hanno un rapporto molto profondo e diretto con i loro fighter.

Superbia non si scontrerà con i vari manager, noi siamo super partes. Mi rifiuto di alimentare quel meccanismo per cui se sto con uno, allora non posso stare con l’altro e così via. Io non ho problemi con nessuno, sono neutrale e voglio continuare ad esserlo. Io sto con con tutti, il mio evento è dedicato alle MMA. Noi come Superbia penso che siamo stati gli unici ad aver fatto combattere tutti i nostri atleti in qualsiasi evento e non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno che volesse combattere da noi. Ho sempre preteso questo dai miei soci sin dall’inizio.

Il motivo della marcia indietro rispetto alle intenzioni iniziali è perché l’Italia non è ancora pronta a fare questo passo in avanti. O meglio, si deve procede in questa direzione con cautela. Il rapporto tra coach e atleta è ancora troppo stretto perché possa inserirsi in mezzo una terza figura.

I lottatori ancora non capiscono cosa vuol dire affidarsi ad una agenzia. Superbia, per esempio, dà un’assicurazione ai ragazzi che neanche FIGMMA dà. Se qualcuno si fa male, FIGMMA al 90% non rimborsa mai. Questa è una tendenza molto brutta diffusa generalmente in tutta Italia. È giusto che qualcuno risponda, se un atleta si infortuna sul serio.

Ti faccio un altro esempio. Chiara Penco ha avuto in passato un problema fiscale con la promotion sudafricana EFC. Dopo una sua vittoria, le volevano pagare la borsa togliendole la quota delle tasse, circa il 30% del totale. Noi come Superbia siamo sostituto d’imposta certificati a livello mondiale e versiamo noi le tasse. Questo è solo un esempio della serie di servizi che noi eroghiamo.

Gente che va e gente che viene. Una delle figure chiavi di Superbia, Samuele Sanna, ha preso una strada diversa rispetto a quella di Perillo. Il sodalizio tra i due è durato un paio d’anni, ma i rapporti si sono incrinati dopo la messa in scena dell’evento al PalaGhiaccio di Sesto San Giovanni.

La collaborazione con Sanna, per quanto la gestione degli atleti e il matchmaking, è finita dopo che si è voluto staccare per diventare autonomo. Non ero d’accordo con alcune sue visioni e scelte. Io sono uno che fa MMA e BJJ, so cosa vuol dire allenarsi tutti i giorni e quanti soldi spendono i ragazzi per vitamine, proteine, allenamento e dottori. Non me la sono sentita di lucrare sugli atleti, soprattutto quando di parla di borse come quelle che prendono i nostri ragazzi in Italia.

Superbia continuerà a lavorare come prima anche ora che abbiamo un comparto nuovo. Superbia non è fallita, The Golden Cage non è finito, anzi. Sto aspettando un’ultima conferma prima di annunciare la data della mia prossima conferenza stampa in cui rivelerò presto altre interessanti novità.

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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