In vista del prossimo Padova Fight Night, evento organizzato da Padova Top Team in collaborazione con PNFC, 4once ha realizzato un’intervista a Riccardo Nosiglia (5-1), uno dei pesi massimi leggeri più importanti in Italia (numero 2 del ranking) e protagonista del main event della serata.

Nosiglia ha parlato dell’ultimo match in FEN e delle prospettive per il suo futuro a livello internazionale, oltre che dell’incontro che lo vedrà impegnato venerdì ad Abano Terme contro Andjelko Kitic (8-10).

Ciao Riccardo, per prima cosa come sta andando la preparazione e com’è andato il camp in vista del tuo match di venerdì?

Bene, da lunedì al giovedì sono in Toscana a Cecina dal Khalid Fight Team e il fine settimana torno a Padova per fare la rifinitura, perché poi la sera lavoro lì. Comunque la maggior parte del lavoro la faccio a Cecina, anche perché ci sono molti atleti che vengono qua, quindi c’è la possibilità di fare sparring. L’allenatore ci segue molto bene e ci sono molti fighter che combattono all’estero, atleti importanti provenienti dall’America dalla Polonia e dalla Croazia.

Facciamo un passo indietro, hai combattuto in FEN con Michal Oleksiejczuk, che combatterà adesso a UFC 217 e poteva essere un punto di svolta della tua carriera, hai dei rimpianti per quell’incontro?

La sfortuna è che sono entrato in gabbia con un infortunio, al quadricipite che non mi ha permesso di piegare la gamba. Tra l’altro il fatto è accaduto due giorni prima di combattere e questa cosa mi ha condizionato. È andata così, sapevo comunque di trovare di fronte un avversario forte, peccato.

Invece il prossimo incontro è un nuovo punto di partenza. Che tipo di step è questo per la tua carriera?

Io so che con il mio managment americano (First Round Management, che annovera tra gli altri Jon Jones, Tyron Woodley, Carlos Condit, Anthony Pettis, Derrick Lewis, Yoel Romero, Jorge Masvidal e Andrei Arlovski n.d.r.) mi aggiorna costantemente e se ho altre vittorie nel curriculum so che la chiamata può venire. Quindi devo solo dare altri incontri e fare del mio meglio.

Parli di UFC?

Già il match con Oleksiejczuk se fosse andato bene, in teoria valeva come chiamata. Non ho la certezza di questo, ma le parole del manager erano queste. Se vincevo quell’incontro era molto probabile il mio passaggio in UFC, infatti Oleksiejczuk dopo aver vinto l’incontro è stato chiamato. Praticamente era chi vinceva andava. Infatti i polacchi lo sapevano e mi hanno un po’ incastrato, un po’ usato.

In ogni caso è stato un match in cui hai quasi finalizzato tu l’avversario, quindi non sei andato molto lontano da una possibile chiamata…

Si ma ripensandoci forse è meglio così, perché comunque devo ancora migliorare parecchio per il livello americano. A mente fredda mi sono detto “ho tanto da fare e da imparare”, sono insegnamenti che devo cogliere. Devo fare tanti passi, ho visto che devo migliorare molto e qua a Cecina ho modo di confrontarmi con atleti che bene o nel male fanno questo lavoro. Ho molta strada da fare.

Parlando del tuo incontro al PNFC, hai avuto modo di vedere il tuo avversario, lo conosci?

Siccome me ne hanno cambiati molti, perché all’ultimo o si infortunavano o non potevano venire, mi sto informando e lo sto seguendo. Non mi piace parlare prima, ma sembra un incontro alla mia portata.

Non ci molti atleti della tua classe di peso in Italia, è una cosa che ti penalizza nella preparazione di un match? Non ha mai sentito per questa carenza l’esigenza di andare all’estero?

No non ho avuto problemi fino ad ora. Ci sono molti atleti che vengono qua dall’estero. Per esempio c’è Goran Reljic (15-8 con molti match al KSW anche con Jan Blachowicz, tra l’altro ultimo avversario di Mattia Schiavolin, n.d.r.), e ultimamente mi sto allenando con lui, quindi non ho mai avuto problemi. C’è sempre stato un via vai importante di atleti che mi hanno permesso di mantenere alto il livello di sparring. Poi il valore che puoi trovare in Svezia o in America è maggiore rispetto a qua, ma c’è sicuramente c’è la possibilità di lavorare bene.

E per gli incontri è più facile andare all’estero che in Italia…

Per gli incontri fare record in Italia è molto difficile, quindi si è costretti ad uscire. Qui in Italia siamo in 5-6, poi magari uno esce o uno cambia categoria e siamo ancora meno.

E quanto questa cosa ti penalizza un po’…

Senza dubbio mi penalizza, infatti in futuro probabilmente ho in mente di cambiare classe di peso e fare gli 84kg. Per adesso mi trovo bene a fare i 93kg, però in futuro, in una promotion importante dovrò calare di peso.

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Marco DallAcqua

Nato e cresciuto con la passione per la pallacanestro, scopro le MMA con l’incontro tra Brain Stann e Wanderlei Silva. Da li è amore a prima vista. Da quel 2013 seguo le MMA con grande passione, parlando di UFC e MMA italiane attraverso il blog di MMA Talks.

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