Alex Dandi sui controlli antidoping, ecco quanto rilasciato dal voce della UFC in Italia riguardo questo aspetto molto importante nelle MMA moderne. Dandi, intervistato nel podcast di 4once.it, Fuori i Secondi, ha parlato oltre all’argomento doping anche del sostituto di Araujo a Venator Kingdom e del proprio futuro e di quello di Venator.

Il matchmaker di Venator ha ricostruito i passaggi fatti dalla promotion per arrivare ad un accordo e le difficoltà che incontrate. Ecco quanto ha detto Alex Dandi sui controlli antidoping:

Per Venator l’antidoping c’è e teoricamente c’era anche a Rimini. Abbiamo stretto l’accordo con FIGMMA per questa cosa. Su Rimini i tempi erano molto stretti dopo i lunghi negoziati, ma il ministero e l’agenzia antidoping italiana NADO avevano facoltà di avviare il controllo. Nessuno è venuto.

Questa è una cosa che non succede per un problema di fondi: l’antidoping esiste di facciata, ma non nella pratica. L’antidoping c’è, ma siamo in un paese dove non si investe abbastanza in queste cose, se poi aggiungi che le MMA non sono riconosciute dal CONI fai due più due e capisci che difficilmente arriveranno a controllare noi.

Per quanto riguarda l’evento di Milano, Dandi ha aggiunto:

Per questo evento abbiamo messo a disposizione un budget, quindi non spende il ministero, spende Venator. È una cosa abbastanza inedita, credo che nelle MMA siamo i primi in assoluto. La pratica è nelle mani di FIGMMA che l’ha passata a NADO quindi i controlli ci saranno, ma una volta avviata la pratica la patata bollente non ce l’abbiamo più noi.

Noi abbiamo pagato e ci aspettiamo che la cosa venga fatta nei migliore dei modi. Scopriremo le modalità, so che dobbiamo tenere uno spazio per le persone che verranno e so che verranno testati un numero limitato di atleti, ma non so dirti quanti, perché la nostra disponibilità economica è limitata.

Ad oggi, però non ci hanno detto ancora cosa fare. Spero non ci siano dei problemi e spero che le cose vengano fatte, altrimenti siamo punto e a capo. È vero che mi hanno dato rassicurazioni a riguardo, ma sono preoccupato perché pensavo di essere più avanti con il lavoro.

Infine Alex Dandi ha concluso parlando più in generale della lotta al doping nelle promotion internazionali:

Questa cosa dell’antidoping l’ha voluta molto il presidente Frank Merenda. Ti posso assicurare che la cosa nel resto del mondo delle MMA non è affatto buona: in Asia non sono mai esistiti, praticamente sono nulli, in Russia non mi pare ce ne siano.

In Europa non ci sono programmi specifici, nonostante gli sforzi del Cage Warriors e in Polonia non esistono.

In Brasile non mi risulta che le promotion siano attente a riguardo, mentre in America è molto diverso perché è un problema molto più sentito.

Mi chiedo, se non lo fanno le grosse promotion europee e asiatiche perché dovremmo farlo noi? Per un discorso etico, infatti abbiamo implementato la cosa.

Ma ai miei ragazzi, Pietrini e Paternò su tutti dico :”ragazzi rendetevi conto che appena usciti da Venator, quando andremo in giro per l’Europa, se non siamo in UFC, ci possono essere degli atleti che non la pensano come voi, che sfruttano il meccanismo del doping”. Quindi un atleta che vuole fare il professionista non è tutelato a livello mondiale.

Questa l’intervista completa ad Alex Dandi in “Fuori  Secondi”.

Crediti immagini di copertina: Fabio Barbieri Photography

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Marco DallAcqua

Nato e cresciuto con la passione per la pallacanestro, scopro le MMA con l’incontro tra Brain Stann e Wanderlei Silva. Da li è amore a prima vista. Da quel 2013 seguo le MMA con grande passione, parlando di UFC e MMA italiane attraverso il blog di MMA Talks.

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