Daniele Scatizzi al Brave 9 tornerà nei pesi leggeri contro Charlie Leary (13-8) e ha tanta voglia di riscattarsi dopo l’ultima sconfitta.

Nell’ultimo anno l’immagine di Daniele Scatizzi (8-3) è cresciuta molto. Prima la comparsa nel video di Marracash e Guè Pequeno, poi l’esordio in una promotion come il Brave Combat Federation (nata da poco, ma che ha saputo richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori) e infine la chiamata come testimonial del marchio Timex. A tutto questo va aggiunto anche l’essere andato ad allenarsi alla SBG Ireland che, oltre al notorio Conor McGregor, sforna ottimi atleti a livello europeo e internazionale.

Uno potrebbe pensare che “Scat” si sia montato la testa, invece è sempre un ragazzo disponibile a fare quattro chiacchiere. Prima cosa che gli chiedo è se vero che entra in gabbia “per fare a botte” oppure se preferisce affidarsi a una strategia.

Dipende sempre da chi ho contro. Con Botti mi avete visto scazzotare e col polacco non ho tirato un colpo, mi adatto all’avversario. Col prossimo spero di far vedere i miei progressi nello striking. Se ti devo dire la verità, poche volte è andata come me la sono preventivata perché dipende sempre da come si evolve il match.

Per questo incontro ho fatto sparring soprattutto con Peter Queally e Brian Moore. Il mio avversario è un bel striker, ha quei colpi alla Nate Diaz, lunghi e precisi. Ha tanta esperienza e ha vinto tanti titoli in Inghilterra.

Nel prossimo incontro Scatizzi tornerà a combattere nei 70 chilogrammi, classe di peso che gli appartiene maggiormente e in cui può soffrire di meno il vantaggio di chi faceva tagli importanti per rientrare nei welter.

Col peso sto bene, sono a 75 kg e devo ancora levare i carboidrati. Sta andando tutto secondo i piani di Capodaglio, forse sono anche troppo sotto. Il mio avversario non credo tagli più di dieci chili, è alto come me, ma non è così in forma fisicamente come me.

Il Brave è un’organizzazione di MMA a cui piace girare il mondo. Ha avuto origine in Bahrain, poi ha organizzato eventi in India e Messico, per citarne due. Perché non venire anche in Italia?

Il Brave si sposta molto. L’idea di venire in Italia c’era, ma chiaramente dopo il mio ultimo incontro, che poteva andare un po’ meglio, i piani sono slittati. Se magari il prossimo incontro lo vinco, che ne so, per capriola volante e faccio fomentare un po’ il pubblico, riprendiamo da dove eravamo rimasti. Il progetto c’era, ne avevo già sentito parlare. Sicuramente farò bene questa volta, credo di non essere mai stato preparato così bene sotto tutti i punti di vista.

Si parlava all’inizio dell’articolo di quanto sia cresciuta l’immagine di Scat. Merito del Superbia Management e, senza nulla togliere al primo, anche della faccia simpatica e la verve di Daniele.

Al Superbia da questo punto di sono veramente forti, sono riusciti a far avvicinare un brand come quello del Timex che non si occupa di MMA o di fighting. Il successo è notevole, sia per me come persona, sia per loro come management sia alle MMA in generale. Chiaramente è su una scala minore, ma è come succede in America, dove è più facile avvicinare gli sponsor. Sono molto soddisfatto.

Sempre parlando del Superbia Management, è loro intenzione organizzare un secondo evento del Golden Cage. Daniele avrebbe dovuto combattere già nel primo evento, ma un infortunio glielo ha impedito.

Non so quando rifaranno il Golden Cage, ma ci sarò, ho già preso con loro questo impegno e il Brave lo sa e ha dato l’ok. Anche perché mi piace combattere in Italia. Sicuramente sarà il prossimo anno, credo forse intorno a maggio.

L’incontro di Daniele Scatizzi al Brave 9 sarà trasmesso in streaming, continuate a seguirci per avere informazioni a riguardo.

 

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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