Bruno Danovaro, il pluricampione mondiale si racconta ai microfoni di 4once.it, analizzando la sua quarantennale carriera da marzialista.

Ogni nazione ha il suo Frank Dux, l’uomo che ha ispirato Bloodsport, il film su un segretissimo torneo di arti marziali interpretato da un ancora acerbo Jean-Claude Van Damme. Il fondatore dell’accademia Dux Ryu Ninjutsu, afferma di essere imbattuto in piu di 300 match di arti marziali, dichiarazione poi smentita e sconfutata nel 2012 dallo stesso co-sceneggiatore del film.

Dopo esserci imbattuti nella storia di Bruno Danovaro, marzialista milanese che afferma di non aver mai perso un incontro in più di 100 match in carriera, abbiamo deciso di metterci in contatto con lui per farci raccontare la sua storia, complice anche il fatto che in rete non c’è traccia alcuna di questa enormità di match affrontati.

Curiosando sul web vengono fuori molte interviste e video che ti riguardano. Parli di 109 incontri consecutivi senza aver mai perso. Li hai disputati tutti nella stessa disciplina?

Siamo arrivati a 110, adesso. Ho combattuto in discipline diverse, ti spiego qual è stato stato il mio percorso agonistico: nasco come judoka all’età di 9 anni, dopodiché ho seguito il classico percorso previsto dalla disciplina. Dopo aver vinto varie competizioni sono stato selezionato per le olimpiadi di Seul ma il problema, all’epoca, era che per partecipare dovevi per forza far parte di un gruppo delle forze dell’ordine. Decisi di abbandonare e mi trasferì negli U.S.A. per dedicarmi alla pesistica ed al pugilato; a quel punto, grazie anche a varie interviste e sponsor, ebbi modo di fare il salto di qualità ed iniziai a praticare karate a contatto pieno entrando in nazionale e partecipando ai mondiali in Giappone. Ho gareggiato di BJJ vincendo, tra le altre cose, il challenge di Torino. Mi sono allenato nel sambo e nel grappling, portando a casa svariate competizioni mondiali e combattendo contro atleti provenienti dai pesi massimi, senza mai perdere. La somma di tutte queste specialità porta alla mia imbattibilità.

 

Concentrandoci sulle MMA, quanti incontri da professionista hai combattuto? Cercando su internet nei vari database come Sherdog o Tapology non si trova niente.

Ho partecipato a più di venti incontri, sparsi fra Slovenia, Svizzera, Croazia. Ai tempi si poteva tranquillamente combattere ovunque con il giusto curriculum. Solamente in Italia ci sono tutti questi vincoli.

Guarda, io non so neanche cosa sia Sherdog, ti dico la verità.  Ho girato praticamente tutto il mondo combattendo e, probabilmente, ci sono sigle che registrano ed altre no.

 

Non riesco a trovare né risultati, né video, niente di niente. Digitando il tuo nome sui motori di ricerca escono solamente interviste a giornali locali ed il tuo canale YouTube. Non capisco questa cosa. Mi sai dire qualche nome dei tuoi avversari?

Io non sono molto tecnologico, non ho più vent’anni. Combatto più che altro con FIJLKAM. Ho fatto incontri all’estero di MMA ma, ad esempio, non penso che in Slovenia il promoter si metta a registrare gli eventi nei database, e sinceramente non ho mai approfondito. Adesso non so dirti i nomi a memoria, sono stranieri non si chiamano Filippo Galli, dovrei cercarli.

Non ho niente da spiegare o giustificare alle persone che mi attaccano, non ho problemi. Dipende chi mi attacca, adesso ti spiego, ci sono persone che io ho anche aiutato, come Claudio Alberton,  che quando non vado ad allenarmi in palestra da lui si arrabbia e mi attacca di continuo, ma la verità è che lui è un bluff, non l’ho mai visto combattere perché non ha mai combattuto match ufficiali, mentre io faccio un incontro ufficiale almeno una volta al mese. Ci sono tante persone che parlano senza aver mai combattuto ed altre che combattono per 100 euro o cifre simili, io ho avuto la fortuna di essere sponsorizzato e di fare un’ottima carriera quindi, quando vedo certi individui che mi attaccano, mi sembra come se un panettiere attaccasse Silvio Berlusconi, non penso che questo gli cambi la vita.

 

Leggendo in rete e sui vari social, le opinioni sulla tua carriera sono contrastanti. Volevo cercare di capire meglio la realtà dei fatti, essendo tutto un poco confuso e non trovandosi niente registrato online. Se cerchi i nomi di altri atleti che hanno fatto parte della vecchia scuola italiana come, ad esempio, Binda, Rigamonti, Celotto eccetera si trova praticamente tutto.

 

Guarda, non mi nominare certi soggetti. Stiamo parlando di fuffa. Non li ho mai visti combattere all’estero, sempre e solo nei circuiti in Italia. Non sono mai stati in promotion di un certo livello. Io ho sempre combattuto dove mi hanno invitato, previo pagamento; quindi, se in Croazia mi offrono 10 mila euro mentre in Italia ne offrono 100, capisci che la scelta è facile e non mi interessa se mettono o meno i risultati online. Ho interviste con il Corriere della Sera, con Il Giornale, queste cose portano sponsor e la possibilità di chiedere borse più alte.

L’ufficialità dei miei traguardi esiste, altrimenti non potrei essere tesserato nelle varie federazioni e non potrei nemmeno combattere regolarmente in svariate discipline. Ho cinture neri, ho diplomi, sono settimo dan di judo. Tre anni fa mi hanno chiamato per combattere allo Slam, dicendosi disposti a pagarmi fino a mille euro, io ho rifiutato. Forse ti mancano queste nozioni, non sai che il professionismo, in realtà, è diverso rispetto all’Italia, dove magari c’è il circuito BTF e combattono sempre i soliti Binda, Celotto, Rigamonti. Io ho qualche tatuaggio in meno ma ho fatto qualcosina in più. Tutto quello che ho fatto è lì, a disposizione. Sono stato premiato a Ottobre come gran maestro,a Venezia, dove erano presenti tutti i top; e non ho visto nessuno di questi personaggi invitato.

 

 

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Matteo Manfredini

Nacque nel lontano 1995, appassionato di musica e, più recentemente, arti marziali miste. Ha praticato Calcio, Kick Boxing ed MMA. Molto antipatico.

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