È guerra nelle MMA italiane. Venator Fighting Championship e Italian Fighting Championship testa a testa lo stesso giorno, nella stessa città e allo stesso orario.

Nella conferenza stampa di ieri mattina, Frank Merenda, presidente Venator, sgancia la bomba: Venator 4 si terrà il 5 maggio, in concomitanza con l’evento IFC 3 di Alex Dandi. Due eventi, che si preannunciano molto solidi e godibili per il panorama italiano, andranno in scena in contemporanea a pochi chilometri di distanza nella stessa città.

Casus belli è stata la diatriba tra Merenda e Dandi che ha infiammato il panorama italiano nell’inverno precedente. Per fare un rapido sunto della situazione, Dandi, ex matchmaker Venator, ha scelto di andarsene dalla promotion di cui è co-fondatore per incomprensioni (mai del tutto chiarite, a dire la verità) con Merenda. Sono seguiti alcuni botta e risposta a suon di interviste sulle varie realtà che si occupano di MMA in Italia, con i toni tra i due, inizialmente freddi e quasi cordiali, che si sono scaldati di articolo in articolo.

L’escalation è stata rapida e ha portato a questa situazione che costringerà fan, addetti ai lavori, stampa, team, coach, atleti, arbitri, giudici e cutmen a compiere una scelta: a quale evento andare quel fatidico 5 maggio. Se ne sentiva il bisogno di questa situazione? Ad avviso del sottoscritto, no. Lo stato delle MMA italiane è ancora in fase embrionale e non ha bisogno di una secessione in un anno delicato come sarà il 2018 per lo sviluppo della disciplina in questo paese.

A livello di pubblico, non dovrebbero esserci grossi problemi: il Teatro Principe (sede dell’evento IFC) tiene circa 600 persone, per il luogo (Fabrique Milano) dove andrà in scena Venator 4, invece, si parlava di circa 1500 spettatori. I precedenti eventi organizzati nel milanese sono riusciti a richiamare sulle duemila persone (The Golden Cage, i vari Milano in The Cage), quindi, in teoria, non dovrebbero esserci grossi problemi per gli organizzatori.

I problemi, come dicevo prima, sorgono per chi invece è costretto a compiere una scelta che comporterà anche delle conseguenze. Un head coach non può suddividersi ed essere presente in due posti contemporaneamente e lo stesso discorso vale per gli angoli. Evitiamo, poi, di scomodare paragoni con la scena americana, perché dal punto di vista quantitativo, nessun team italiano può paragonarsi a quelli statunitensi.

Si crea dunque la spiacevole impressione di essere una pedina sulla scacchiera di due Robert Fisher che hanno deciso di sfruttare questa occasione per fare un confronto di ego. La situazione non sembra essere così contingente come è stata presentata: a un rapido controllo del calendario del Fabrique, la location risulta disponibile sia prima che successivamente al 5 maggio. Il calendario del Teatro Principe, invece, è meno navigabile e organizzato, però con tre mesi di anticipo, la possibilità che si trovi una soluzione alternativa è ancora alta.

È difficile in un contesto illogico come quello della guerra cercare di argomentare con la logica. Per questo, mi affido alla parte sentimentale: se davvero si ha a cuore il bene delle MMA italiane e non si vogliono creare situazioni spiacevoli di lunga durata, bisognerebbe cercare di fare un passo indietro, da entrambe le parti. Nelle guerre, si sa, muoiono sempre più civili che soldati.

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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