Luca Marcantonio, medico sportivo e socio aggregato del FMSI, oltre che medico ufficiale di Venator Fighting Championship, è intervenuto  nel podcast “Fuori i Secondi e, tra le altre cose, ha parlato dei protocolli medici pre e post match di MMA in Venator.

Ieri abbiamo pubblicato le sue parole riguardo i rischi di chi pratica MMA.

Per prima cosa il dottor Marcantonio ha parlato delle visite e dei controlli che si effettuano, citando in questo caso i protocolli medici pre e post match.

Per cominciare vorrei ringraziare Alex Dandi e Frank Merenda perché loro sono stati i primi in Italia, per mia esperienza, a introdurre controlli medici particolareggiati prima, durante e dopo i match e anche nei giorni successivi. Ringrazio anche gli altri medici di Venator: Marco Libertini, Francesco Valerio Pernarella, coinvolti per fare controlli approfonditi.

Il protocollo è questo: nel pomeriggio pre-match vengono effettuate le visite mediche a tutti gli atleti semi-pro e pro, con il controllo delle analisi del sangue, dei test per HIV e delle epatiti; si controllano le idoneità mediche per gli sport agonistici, eventuali elettroencefalogrammi se gli atleti hanno avuto in passato dei KO o episodi di concussione (per sapere cos’è si veda l’articolo precedente n.d.r.) o traumi cranici.

Poi facciamo un esame neurologico sommario, non approfondito come in un reparto di neurologia, che richiederebbe più di un’ora, controllando: equilibrio, vista etc. Un breve esame ortopedico se gli atleti hanno avuto fratture e infine si misura la pressione e si ausculta il cuore.

Il dottor Marcantonio ha voluto anche parlare del lavoro dei cutman:

Altro ringraziamento va fatto anche ai cutman di Federico Catizone che ci aiutano in tutte le fasi.

Fanno bendaggi di grande qualità, durante i match intervengono sistemando le ferite.

Nel post match magari un atleta ha bisogno di un’assistenza medica o infermieristica e si va a vedere come sta, se ha avuto KO o TKO e se presenta tagli o escoriazioni oppure problemi anche a livello articolare, vengono seguiti durante tutto l’arco della manifestazione.

A questo punto viene introdotto un argomento molto importante, i controlli nei giorni successivi ad un KO di una certa rilevanza:

Se ci sono stati KO particolarmente importanti e traumi maggiori, se non si può si visitare di persona, ci manteniamo sempre in contatto con gli atleti e, nel caso, consigliamo delle visite specialistiche. Abbiamo avuto atleti come Zecchi, Belluardo e Tergui che hanno avuto dei consigli medici, stando sempre in contatto con squadre e allenatori.

Il dottor Marcantonio, ora, cita un esempio quello del KO di Danilo Belluardo, nello scorso evento di Venator Fight Nighr di Rimini:

Le prime fasi sono importanti per capire la condizione dell’atleta. Nel caso del KO subito da Belluardo, c’era urgenza non emergenza.

Nel primo caso il soccorso non è in pericolo di vita, nel secondo si. Per Belluardo c’era urgenza. Il ragazzo aveva la coscienza alterata per il KO, ma parlava.

Abbiamo stabilizzato il paziente preservando respiro, coscienza e circolo. Nel caso specifico anche se c’è la coscienza è alterata, respirava bene e non erano presenti problemi circolatori.

Il ragazzo è stato immobilizzato, preservando il sistema nervoso, la colonna vertebrale e il tratto cervicale. È stato messo il collare e messo in una barella speciale e tutto questo procedimento ha bisogno di un tot di tempo e di persone. A questo punto poi è stato portato in ambulanza in ospedale.

Noi eravamo abbastanza tranquilli, capisco però che per il pubblico sia uno shock vedere quelle scene, ma è meglio così rispetto ad altri ambiti dove entrano con una barella, si carica l’infortunato e lo si porta via. La stabilizzazione e la valutazione va fatta subito e sul luogo.

A questo punto si è parlato dei periodi di pausa dopo un KO, in assenza di una commissione atletica:

In Italia purtroppo siamo indietro nell’ambito sportivo in certe cose, anche se si sta muovendo molto anche nei piani alti, cercando di uniformarsi soprattutto ai paesi anglosassoni per il primo soccorso sportivo, nonostante la buona qualità già presente in Italia.

Non ci sono protocolli fissi. Noi siamo d’accordo con FIGMA e Venator, che quando si presenta una concussione o un evento maggiore, di fare un report, che comunque viene sempre fatto, e si da un schema di comportamento, si danno consigli all’atleta, agli allenatori e ai famigliari e vengono elencati i disturbi che potrebbero presentarsi, come comportarsi e a chi rivolgersi, se un neurologo, un ortopedico o un pronto soccorso.

In caso di KO, non TKO, e perdita di coscienza consigliamo un tot di giorni in base alla gravità di riposo e attenzione non solo dai match ma anche dall’allenamento e dallo sparring. In genere si consiglia post KO, un’astensione, da tutte le attività sportive in genere, di almeno 7-10 giorni, poi in base alla gravità ci si comporta di conseguenza. Abbiamo consigliato periodi più lunghi, in casi di concussione

Poi sta all’atleta e soprattutto al team preservare l’atleta stesso. Gran parte della responsabilità poi è dei team che devono cercare di capire le situazioni.

Infine Marcantonio ha spiegato i rischi di tornare ad allenarsi senza prima un’adeguata pausa:

Se parliamo di traumi, fratture, lussazioni etc, se si accelera troppo si rischia di infortunarsi nuovamente.

Se il problema è la concussione o le alterazioni dell’apparato neurale, una seconda concussione o traumi cranici importanti possono diventare pericolosi. Il rischio è che possa portare a distanza di anni alterazioni del sistema nervoso, come nel football americano.

Questo tutto il podcast di “Fuori i Secondi”, le parole del dottor Luca Marcantonio sono udibili a partire dal minuto 14:00

, , ,
Marco DallAcqua

Nato e cresciuto con la passione per la pallacanestro, scopro le MMA con l’incontro tra Brain Stann e Wanderlei Silva. Da li è amore a prima vista. Da quel 2013 seguo le MMA con grande passione, parlando di UFC e MMA italiane attraverso il blog di MMA Talks.

Leggi anche