Intervista con Lorenzo Borgomeo, head coach del Gloria Fight Center, in cui ripercorre gli attimi che hanno portato Mauro Cerilli sul tetto del mondo dopo la prima difesa del titolo dei pesi massimi Cage Warriors.

Lorenzo Borgomeo vanta un notevole passato negli sport da combattimento. Il primo amore è stata la Muay Thai, poi il brazilian jiu-jitsu e infine una carriera nelle MMA conclusa con il record di nove vittorie e cinque sconfitte. Una volta appesi i guantini al chiodo, “The Borg” ha iniziato a fare l’allenatore a tempo pieno, con ottimi risultati. Tra gli atleti che segue si menzionano Micol Di Segni, Carlo Pedersoli Jr, l’atleta UFC Alessio Di Chirico e l’attuale campione dei pesi massimi della promotion britannica Cage Warriors, Mauro Cerilli.

Mauro “The Hammer” Cerilli ha ribaltato ogni pronostico della vigilia nel match che l’ha visto opposto a Karl Moore, campione dei pesi massimi leggeri Cage Warriors, a cui era stata concessa la chance per tentare di conquistare la seconda cintura. Cerilli ha commesso un vero e proprio “hammericidio” quella sera, sbarazzandosi in quindici secondi dell’avversario e mettendo fine ai suoi sogni di gloria con una destro che ha fatto tremare le pareti della gabbia.

La nostra convinzione era che Moore ritenesse Mauro non tanto valido in piedi. Pensava che Mauro volesse fare un match di grappling e portarlo a terra. Da quello che Moore poteva aver visto, Mauro non aveva uno striking molto avanzato e tendeva a portare il match a terra e fare ground and pound.

La mia convinzione era che in piedi Moore non era niente di che. Lo dico senza mancare di rispetto, ma c’erano dei margini su cui lavorare in piedi e abbiamo lavorato su quello. Secondo me, non si aspettava che lo pressassimo e direi che abbiamo avuto ragione. Moore è partito più in quinta di quanto mi aspettassi io. È un dato di fatto che soffre la pressione.

Di sicuro si aspettava il double leg di Mauro. Abbiamo studiato la sequenza finale: fare finta di entrare e poi mettere un overhand destro. Moore è mancino, ma spesso sbaglia e gira dalla parte sbagliata. Il gameplan era quello: o un overhand destro o un gancio destro. Avevamo pianificato anche i calci destri, ma Mauro aveva un problema alla caviglia e abbiamo dovuto mettere da parte i calci. Pensavo che il match sarebbe finito entro il quarto minuto del primo round, non mi aspettavo finisse così presto.

Il rapporto tra la promotion di MMA britannica e l’atleta di coach Borgomeo non tra i più idilliaci. Fin dall’inizio del suo cammino in Cage Warriors, Cerilli ha rovinato i piani della promotion, che lo vedeva nei panni dell’agnello sacrificale sull’altare di Karl Moore, atleta che fa parte della scuderia dell’attuale proprietario del Cage Warriors. La delusione a Londra era tanta dopo aver visto fallire i loro tentativi di creare un nuovo Conor McGregor (ex campione in due categorie di peso diverse anche in Cage Warriors) con l’irlandese Karl Moore, tanto che l’organizzazione si è dimenticata di intervistare il nostro Cerilli a fine incontro. La scusa ufficiale? Non sapevano che ci fosse un traduttore che parlasse inglese.

L’hanno chiamato due volte per perdere, ma è andata male. Ci hanno trattato come gente da preliminary, quando Mauro meritava un ben altro trattamento. L’hanno trattato come un ragazzetto di 20 anni che fa il debutto, non come il detentore della cintura.

Secondo me un po’ di malizia c’è stata. Sia il matchmaker che il presidente guardavano in basso e ci hanno a malapena salutato dopo il KO. Io ho parlato tutta la fight week in inglese col matchmaker, quindi mi pareva un po’ strano. Capisco quanto Karl Moore fosse fondamentale per il management, che detenesse due cinture perché era tutto costruito intorno a quel momento. Capisco il disastro loro a livello promozionale, ma l’intervista andava fatta, dovevano essere freddi. Ne sono usciti un po’ malino. Una promotion ha tutto il diritto di spingere chi le pare, ma dovrebbe farlo in maniera un po’ più velata, un po’ più intelligente. Nel caso di Cerilli era troppo palese.

I risultati degli atleti del Gloria Fight Center spiccano anche per il modo in cui sono arrivati: TKO oppure KO spettacolari. Ne è prova la performance di Cerilli nell’ultimo incontro e come dimenticare la memorabile ginocchiata messa a segno da Alessio Di Chirico a Oluwale Bamgbose nel suo ultimo incontro in UFC.

Visto che sono io l’head coach del Gloria, magari do più influenza allo striking, ma il tempo che spendiamo sugli altri aspetti della lotta è maggiore rispetto a quello che dedichiamo al combattimento in piedi. I nostri camp sono più orientati al grappling, in verità. Non puntiamo di più sullo striking, ma magari l’influenza che ho io sugli atleti porta questi risultati.

Coach Borgomeo ha di recente lanciato il suo personale sistema di allenamento per sfondare nel mondo del fitness: Borg Training System. Borgomeo mette a disposizione la sua esperienza decennale negli sport da combattimento per chi volesse allenarsi e mantenersi in forma senza andare per forza in palestra o seguire un corso di MMA.

Borg Training System è un sistema di allenamento per chi non ha tempo di andare in palestra e si vuole allenare a casa. La base del Borg Training System sono esercizi a corpo libero tipici delle arti marziali e degli sport da combattimento per costruire fisici atletici e funzionali. Questo sistema di fitness si ispira all’allenamento quotidiano dei professionisti, si può fare da soli a casa per chi non frequenta le palestre o fa un corso di MMA.

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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