Il prossimo avversario di Alessio Di Chirico sarà Julian Marquez, famoso per la sua “papu dance” prima di salire nell’ottagono di combattimento.

A dire il vero, però, c’è un altro episodio che ha reso famoso l’atleta della Syndacate MMA ovvero il KO messo in mostra nel corso di Dana White’s Tuesday Night Contender Series (una specie di reality ispirato al TUF) nel quale Marquez ha tirato un calcio, con grande forza e tempismo, in pieno volto al suo avversario che si stava rialzando. Il calcio lo prende perfettamente in faccia e la crudezza del KO suscita in Dana White una di quelle sue reazioni spropositate che tanto ci piacciono.

Ecco, quel calcio riassume alla perfezione lo stile di Marquez. “Nasty” lo definirebbero gli americani o “brawler” per entrare più nello specifico. Per intenderci, Marquez è un fighter che ama scambiare in piedi: scambi selvaggi, duri e continui, senza tregua, alla ricerca esclusivamente del KO. Tanto è vero che se andiamo a vedere il sui record (7-1) più del 90% delle vittorie sono arrivate per KO e l’unica volta che è arrivato a decisione è quando ha perso ai punti (unica sconfitta) contro Chris Harris a Bellator 150.

Si possono individuare con facilità un paio di colpi di “The Cuban Missile Crisis” che possono impensierire il nostro alfiere. Marquez è dotato di un ottimo destro, che oltre ad essere molto preciso e sempre presente nelle sue combinazioni di braccia, è anche molto potente. Lo esprime sotto forma di un mezzo gancio o come diretto, molto corto però, come si addice ad un buon brawler. Le combinazioni di braccia sono veloci e precise per cui sulla media distanza è un avversario molto pericoloso anche per via del suo killer instinct.

A renderlo più pericoloso però sono e due abilità a cortissima distanza: al momento ha dimostrato un ottima takedown defense ed in effetti tutti quelli che hanno provato a portarlo a terra si sono resi conto che non è una bella idea. A un solido sprawl, Marquez accompagna anche un ottimo clinch nel quale fa partire rapidamente il doppio collar tie e le ginocchiate. Dotato di una buona forza fisica, che una volta in presa gli permette di abbassare il volto dell’ avversario, le ginocchiate sono quasi sempre al volto; non disdegna un uso intelligente dei gomiti (non a taglio ma a impatto).

Insomma sembrerebbe che a corta e media distanza non sia un avversario facilissimo. È anche vero però che Di Chirico è navigato e la sua calma nell’ottagono mi fa ben sperare, perché trasformare il match in una rissa forsennata credo possa essere la chiave per consegnare il match al suo avversario. Di contro un match cauto e preciso (come la sua ultima vittoria contro Oluwale Bamgbose), fatto di stalli e calcoli, penso possa essere l’arma migliore di Manzo.

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