L’intervista a Michele Posa prosegue sul rapporto indiretto tra BJJ, la famiglia Gracie e il mondo del pro-wrestling, con personaggi che hanno fatto la storia delle MMA:

Se uno volesse essere tradizionalista e parlare del BJJ come base delle MMA moderne, penserebbe che, in quello che è stato descritto precedentemente, non c’è nulla di tutto ciò: la storia, ci racconta esattamente il contrario.

Lasciando perdere quegli anni oscuri e frammentati come informazioni, parliamo di Mitsuyo Maeda: judoka e greco-romanista è una figura chiave per il BJJ. Maeda, nato in Giappone, praticava una versione del judo che si basava sul benessere reciproco, una branchia conviviale, con una filosofia di vita e di crescita comunitaria particolare. Arrivato negli Stati Uniti all’inizio del 1900, si trova in difficoltà economiche. Questo perché insegnare le proprie discipline native non è visto di buon occhio a chi non è della tua stessa nazionalità, sia perché negli USA il judo non piace così tanto. Quindi, per necessità Maeda accetta di combattere nel pro-wrestling e rende efficienti le sue tecniche di judoka.

I suoi numerosi viaggi lo costringono, a prendere residenza in Brasile, paese con una forte comunità orientale. Lì incontra Carlos Gracie, quando questi era giovane, e gli fece da maestro a lui e poi anche al fratello Helio Gracie. Quindi paradossalmente i primi Gracie sono stati allenati da un grandissimo judoka che è riuscito a sopravvivere in un continente diverso dal suo principalmente grazie al pro-wrestling. La discriminante è strana perché magari senza il pro-wrestling, Maeda sarebbe tornato in Giappone e il BJJ non avrebbe visto la luce. Le MMA moderne forse non sarebbero nate in questo modo.

Se vogliamo citare altri grandi campioni giapponesi del passato, se si pensa a Masahiko Kimura si ha un altro punto di contatto con il pro-wrestling. Kimura, nella comunità delle MMA è conosciutissimo, era il Cristiano Ronaldo del combattimento, una leggenda e pluricampione del judo. Allontanato dalla federazione giapponese per contrasti, emigra successivamente in America. Anche lui, come Maeda, ha problemi economici e passa al pro-wrestling.

Masahiko Kimura

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La situazione del Vale Tudo in Brasile cambia e si crea terreno fertile per il pro-wrestling, che ridà vigore a tutto il movimento degli sport da combattimento.

Nel frattempo, in Brasile il Vale Tudo era diventato sostanzialmente illegale, dopo aver fatto la fortuna di Helio Gracie, il quale si divertiva a battere, in match interdisciplinari, i lottatori di pro-wrestling. Questi ultimi non avevano un briciolo di preparazione combattiva rispetto a lui. In quel periodo la popolarità dei Gracie comincia a sgonfiarsi, perché il bello di quel tipo di incontri è vedere due campioni diversi affrontarsi. Con il pro-wrestling che torna popolare, tutto l’ambiente brasiliano si rilancia, perché stimola la fascinazione della gente.

Il marzialista rigoroso, serio e preparato, almeno in quegli anni, è una figura quasi monacale. Il combattente di pro-wrestling, invece, vende anche la sua storia, con la stampa che può ricamarci sopra.

Con il pro-wrestling diventato popolare, tutto l’ambiente degli sport da combattimento si rinvigorisce. Questa nuova linfa di interesse, porterà ad inizio anni ’50 all’incontro tra Kimura e Helio Gracie al Maracanà. L’incontro termina con la vittoria di Kimura, con il rappresentante dei Gracie che accetta la sconfitta, considerandola una specie di vittoria morale per la resistenza profusa nell’opporsi ad uno molto più grosso di lui.

Anche questo grande match storico, se non ci fosse stato il pro-wrestling a ridare aria nei copertoni della scena del combattimento reale, dove non c’è un risultato stabilito a tavolino, forse non si sarebbe mai realizzato.

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All’epoca di questo incontro che si è svolto nel mitico Maracanà, il wrestling aveva già cominciato a regolamentarsi, a differenza delle MMA che hanno dovuto aspettare anni prima per una normalizzazione:

Io parlo di pro-wrestling, perché mentre quello che ho appena descritto accade a metà degli anni 1950, attorno al 1920-1925 i match di wrestling iniziano ad essere quasi tutti combinati. Mentre all’inizio una discreta parte non lo era, successivamente si inizia a codificare lo stile con una regolamentazione, nonostante delle differenze iniziali, anche geografiche. Il pro-wrestling, con elementi presi dal teatro e dalla commedia dell’arte, si trasforma in una disciplina che per esigenze anche economiche diventa scritta a tavolino.

Quando la boxe inizia a perdere sempre più colpi e il pubblico comincia a cercare svaghi alternativi, il wrestling muta se stesso, passando da evento che vuole togliere soldi agli spettatori nelle fiere, ad evento che faceva ancora questo, cominciando però a dipendere dalle vendite al botteghino. I promoter vedevano il flusso delle scommesse e decidevano chi doveva vincere o perdere. Quando spettatori e scommettitori ne ebbero sentore, ecco che molti Stati resero illegali le scommesse, con il wrestling che iniziò ad avere come principale fonte di guadagno il gate al botteghino.

Quando si arriva al match tra Kimura e Helio il wrestling è già codificato, con federazioni o alleanze di territori che hanno imposto una regolamentazione. Se prima parlavamo dello stile Lancashire, piuttosto del “catch americano”, abbiamo fatto dei balzi temporali, facendo diventare la scena wrestling più evoluta.

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Per una regolamentazione delle MMA bisogna aspettare parecchie decadi. Io ho vissuto i primi anni della UFC. Ricordo, perché trovavo queste cose nei magazine sul wrestling, polemiche e dibattiti sulla possibilità di organizzare gli eventi sulle navi in acque internazionali e quindi non soggette a leggi particolari. C’erano molti dubbi di sicurezza per gli atleti, tant’è che c’era la campagna di molti senatori che le paragonavano alle lotte illegale tra i galli.

Il wrestling si è regolamentato prima e nonostante sia un parente meno nobile delle MMA è considerabile come uno zio ricco che le ha aiutate, anche indirettamente, a diventare quello che sono oggi.

I rischi di chi pratica MMA

Posa conclude il discorso riassumendo come nella storia, ci siano stati molti punti di contatto, con le discipline che si sono sempre affiancate, aiutandosi reciprocamente anche in modo indiretto:

Il punto di contatto tra le discipline è legato al fatto che si sono spalleggiate per nascere insieme. Esse hanno avuto punti di contatto oscuri che sono diventati solari 20 anni dopo l’accadimento di particolari eventi. Alcuni meccanismi e ingranaggi hanno fatto si che la ruota dell’uno facesse muovere quella dell’altro. Oggi c’è una contaminazione più forte perché gli atleti passano da uno sport all’altro, ma le cose che conosco delle MMA sono frutto di studi su libri che parlano della storia del wrestling.

Sono discipline che sono sempre state vicine. Capisco l’appassionato di MMA che spregia il pro-wrestling, dicendo che non gli piace e ci sta, è un’opinione legittima. Deve essere ben chiaro, però che senza il pro-wrestling forse le MMA non si sarebbero evolute come lo sono adesso, oppure avrebbero intrapreso percorsi differenti.

Nel prossimo articolo vedremo come negli anni successivi, personaggi come Antonio Inoki hanno creato la propria federazione di pro-wrestling, mescolandola anche con il mondo delle arti marziali miste. Non perdetevi la prossima puntata dell’intervista a Michele Posa.

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Marco DallAcqua

Nato e cresciuto con la passione per la pallacanestro, scopro le MMA con l’incontro tra Brain Stann e Wanderlei Silva. Da li è amore a prima vista. Da quel 2013 seguo le MMA con grande passione, parlando di UFC e MMA italiane attraverso il blog di MMA Talks.

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