Report di IFC 2, evento andato in scena sabato 10 marzo al PalaDolo di Dolo, in provincia di Venezia. Dopo IFC 1, andato in scena al Teatro Principe a Milano, in molti si aspettavano una crescita per l’Italian Fighting Champioship di Alex Dandi.
IFC 2 non ha deluso, anche grazie ad un matchmaking nel complesso ben concepito.
Proprio sul matchmaking faccio una premessa: ho sbagliato. Vedendo i match in card ho pensato che Gert Kocani non fosse un avversario all’altezza di Manolo Zecchini per molti fattori: età, record, inattività, momento di forma. L’ottagono ha dato un altro responso, l’unica controprova valida.
Al contrario Alessandro Botti ha dimostrato di essere un fighter troppo forte per Raffaele Spallitta che non è riuscito, nonostante l’indiscutibile impegno a mettere in difficoltà il brianzolo, sempre accompagnato da una curva caldissima.
A fine evento come mi ha ricordato un amico: “tutte le card possono avere un match squilibrato”. Ed è vero, nel complesso la serata è stata piacevole con momenti di alto livello (Rubino vs Parker), culminati con un main event atteso e che non ha deluso, nonostante la modalità con cui è terminato.
Nella preliminary card, che come sempre è dedicato agli atleti dilettanti, si è palesata una certa timidezza da parte di alcuni fighter che non ha permesso a molti di mettere in luce le proprie potenzialità. Questi match sono così: servono per maturare e prendere confidenza con l’ottagono.
La vittoria di Gabriel Conti su Yousouf Hassanzada ha aperto le danze per quanto riguarda la card pro. Il buon wrestling di Conti e una bella fisicità hanno permesso a “El Dragon” di sopravvivere, senza particolati patemi, al primo round, comunque vinto da Hassanzada. Nel secondo, dopo uno scambio, Hassanzada ha provato a chiudere la distanza, Conti con buona mobilità ha piazzato un takedown prendendo la schiena e finalizzando l’avversario con una rear naked choke.
Il secondo match dalla card tra Percy Herrera e Gionata Gensini era atteso perché valevole come qualificazione per il torneo in una notte che si svolgerà a IFC 3 il 5 maggio. Sfortunatamente è terminato per un infortunio al piede di Gensini, indicativamente dopo un paio di minuti nel primo round. Fino a quel momento Herrera stava gestendo il match, grazie ad un maggior allungo e a un controllo migliore della distanza.
Ad animare il pubblico, che indicativamente si è attestato sulle 600/650 persone ci ha pensato il primo round tra Liviu Butc ed Enzo Tobbia. Entrambi gli atleti hanno dato vita a degli scambi furiosi, prima che l’incontro si spostasse a terra. Butuc ha controllato in side e ha portato buoni colpi, portando a casa il primo round. Nel secondo round Butuc ha cincluso l’incontro con una rear naked choke, dopo diversi colpi in ground and pound.
Il match di Alessandro Botti, come da pronostico, ha visto trionfare il brianzolo in poco meno di tre minuti, nel primo round. Raffaele Spallitta ha provato una resistenza che però non gli ha permesso di reagire ai colpi in ground and pound.
Gli ultimi tre incontri sono stati i più spettacolari e sorprendenti della serata.
Angelo Rubino, come ha voluto ricordare al termine dell’incontro, si è dimostrato una volta di più, uno dei pesi welter migliori in Italia. L’incontro con Dez Parker ha dimostrato la potenza dell’atleta di Matera, impegnato in un match difficile. Parker, inizialmente ha provato a confondere le idee a Rubino cambiando la guardia da destra a mancina, ma l’iniziale equilibro è stato rotto da un potente destro che ha fatto barcollare Parker. Sia nel primo che nel secondo round, Rubino è andato vicino a chiudere l’incontro, ma la resistenza dell’inglese è stata incredibile, anzi dopo un forte colpo ha rilanciato senza indietreggiare. Il match si è concluso con tentativo di takedown di Parker che Rubino ha ribaltato, concludendo con una gomitata il match.
La vera sorpresa della serata è stato l’esito del co-main event: Gert Kocani ha sottomesso il beniamino di casa Manolo Zecchini. Kocani, con una nota di colore, si è presentato dai cutman, prima di salire nell’ottagono con il volto coperto e la bandiera albanese. Concentratissimo e con gli occhi sbarrati, ha dato dimostrazione di intelligenza e di grande esperienza. Zecchini, anticipato dalla bandiera di Venezia con il Leone Marciano, è sembrato emozionato prima dell’incontro.
L’inizio di studio è interrotto da una prima efficace scarica di colpi di Zecchini. Il fighter albanese perciò ha spostato l’incontro a terra: un tentativo di destro in caduta ben difeso da Kocani si è trasformato in un tentativo di sottomissione, Zecchini dopo essersi liberato, un po’ ingenuamente ha riprovato lo stesso colpo, esponendosi nuovamente al triangolo di Kocani, il quale ha festeggiato l’esito dell’incontro con il suo tipico Hallelujah.
Leon Aliu contro Pietro Penini è un match che i molti presenti si ricorderanno. Non solo perché rappresenta il passaggio di consegne della cintura IFC, ma perché l’incontro è stato spettacolare, vissuto di momenti diversi nei quali entrambi gli atleti si sono dimostrati maturi, pronti per un palcoscenico internazionale. L’esito finale, lo stop medico, non può essere considerata una conclusione con i fiocchi, ma la ferita di Penini era troppo vistosa per essere ignorata. Nel primo round Aliu ha dimostrato tutta la sua forza in termini di striking andando vicinissimo alla conclusione dell’incontro per ground and pound, solo la campanella e la forza di volontà ha permesso a Penini di resistere. Nel secondo e terzo round le cose si sono invertite: Aliu è sembrato più stanco e ha sofferto la lotta a terra e lo striking, finendo anche knockdown e vicino ad essere finalizzato. Da sottolineare il bellissimo ribaltamento di posizione di Penini che trovandosi con Aliu in monta si è girato portandosi sopra all’avversario. Il quarto e decisivo round ha visto prevalere Aliu: una gomitata seguita da una ginocchiata ha procurato una ferita, costringendo medico e arbitro a sospendere l’incontro.
Concludendo, si è visto un evento di buon livello con picchi notevoli e un bell’ambiente nonostante il pubblico, un po’ silenzioso, abbia partecipato a sprazzi. Il palazzetto di Dolo non era completamente pieno: nell’unica gradinata c’erano dei piccoli spazi vuoti, così come qualche sedia qua nel parterre, ma rispetto a IFC 1 i numeri sono cresciuti (anche perché il Teatro Principe è decisamente più piccolo). La presenza di un maxischermo è stata molto apprezzata soprattutto nelle fasi a terra tra gli atleti non sempre chiarissime quando si è a bordo gabbia. Per quanto riguarda la presenza degli agenti della NADO per i controlli antidoping, non sono riuscito ad avere informazioni precise a riguardo. Per questo motivo mi rimetto nelle mani degli organizzatori per un’eventuale comunicazione a riguardo.
Infine mi permetto un consiglio, le stesse ring girl che hanno partecipato all’evento sarebbero gradite anche a Milano per IFC 3. Per questo vi ringrazierei molto.
Crediti immagine di copertina: Fabio Barbieri