Spendiamo qualche parola di analisi sul prossimo avversario di Carlo Pedersoli Jr, Brad Scott, nell’incontro che vedrà opposti i due lottatori a UFC Liverpool.

Manca solo la conferma ufficiale, ma pare che per Carlo sia arrivata la chiamata in UFC. Diciamoci la verità: Pedersoli Jr, dopo la sua prestazione al Cage Warriors, è forse uno dei due fighter italiani, insieme a Mauro Cerilli, che mette d’accordo un po’ tutti. Piace ai fan, agli addetti ai lavori, ha un buon rapporto con quasi tutti i fighter, insomma un po’ a tutti fa piacere vederlo calcare l’ottagono più famoso al mondo tra pochissimo, il 27 maggio prossimo.

L’ inglese non è molto popolare sui social, basti pensare che non ha una fan page su Facebook e il suo profilo Instagram conta poco più di tre mila follower, dove il nostro Carlo ne ha più di 20 mila e la certificazione del profilo. Tifoso del Bristol (di rugby) e grande appassionato di armi moderne vive a Melksham, piccolissima cittadina inglese di circa 20 mila abitanti (quanti i follower di Carlo) situata nel Sud dell’isola britannica, tra Bristol e Swidon. Non si allena in un grande e famoso team, anche se di recente ha girato i camp thailandesi per migliorare le proprie skill.

Ready for Saturday:)

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Il suo soprannome è “The Bear”, probabilmente dovuto alla sua stazza e alla sua ferocia, alto 185 cm e con un discreto allungo. Rispetto a Pedersoli, potrebbe avere qualche vantaggio fisico anche perché ha sempre combattuto nei pesi medi da quando è in UFC. Anche il suo ritmo nell’incontro, non particolarmente rapido ma molto forte ed esplosivo, si addice proprio ai medi più che ai welter, dove il cardio e la rapidità sono di un livello superiore.

Scott non ha un ritmo altissimo, preferendo (da buon inglese) scambi duri e brevi. Carlo, invece, è un fighter che mette una mole di colpo enorme ed è sempre attivo anche quando cerca il countering, provocando in modo continuo l’azione avversaria. C’è da dire che lo stesso Brad Scott, però, dopo il match con Scott Askham (la sua ultima vittoria, risalente a più di un anno fa) ha dichiarato di trovarsi a suo agio contro i mancini come, portando a casa la vittoria contro l’inglese.

Andando a vedere, quindi, il record di Scott vediamo come le sconfitte siano arrivate contro dei nomi caldi nella divisione: Jack Hermansson, Krzysztof Jotko e niente meno che il campione Robert Whittaker. Le vittorie, d’altro canto, non è che siano arrivate contro dei signor nessuno, ma neanche contro dei fenomeni della divisione. Anzi il buon Scott era arrivato in UFC con un fantastico record di 8-1, di cui l’ultima vittoria proprio in Cage Warriors. Da allora ha collezionato poi tre vittorie e ben quattro sconfitte e arriva a questo match in una situazione, probabilmente, di vinci o esci.

E qui esce fuori un altro degli aspetti molto interessanti di Brad Scott: in un’intervista molto bella e toccante dopo l’evento in cui ha combattuto contro Scott Askham, quando l’atleta inglese era già in una situazione di dentro/fuori con la promotion, scoppia in lacrime dicendo come la pressione era diventata insostenibili e stesse per mollare perché anche il match era diventato molto duro. Ovviamente è riuscito a trovare la forza per vincere il match è rimanere in UFC, ma fa trasparire un lato dell’ uomo, più che dell’atleta, che Scott porta dentro la gabbia e si riscontra anche nei suoi risultati. In più dice anche che non riesce a rendere nell’ottagono quanto rende in allenamento. Insomma è un atleta che, a questo punto della sua carriera, ha ancora tante insicurezze e non una solidità mentale che invece sembra avere Carlo. Sembra poco, ma sono dettagli che faranno la differenza nell’ottagono.

Scott stesso ha palesato questa debolezza mentale nel match con Hermansson: dopo alcuni secondi di studio, il vichingo porta a terra Scott, che sembra essere a suo agio, piazzando anche un inizio di triangolo, ma mollando totalmente appena Hermansson prende una posizione di netto vantaggio ed inizia a scaricare colpi. Di sicuro cercherà il riscatto nel match con Pedersoli, ma credo che nel suo piccolo sia già intimorito dal curriculum di Carlo, che appena alzerà il ritmo potrà trovarsi di fronte un avversario già scoraggiato.

Scott è un fighter che sa attendere, non lo definirei un counter-fighter come Carlo, ma neanche un brawler. L’inglese ha un suo flow e un suo ritmo (seppur più basso di quello di Carlo), ha fatto vedere un buon clinch, ma non sembra avere una takedown defense adeguata a questi livelli. A terra, però, si è dimostrato a suo agio, sapendo lavorare da tutte le posizioni, non in maniera particolarmente azzardata o spettacolare, ma in modo basico ed efficace.

Personalmente ritengo sia un ottimo match up per Pedersoli. Certo, è difficile fare un debutto nell’organizzazione più importante al mondo con così poco preavviso ma onestamente credo che il fighter italiano sia già su un altro livello rispetto all’inglese. Forza Carlo!

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