Vittorio Marotta prima del Danger 2, intervista con l’atleta campano in vista del suo match contro Daniele Miceli al Danger 2, uno dei più importanti eventi del Sud Italia. Ricordo che i due saranno nel co-main event della serata.
Ciao Vittorio, innanzitutto ti chiedo dove hai fatto e come è andato il camp.
Il camp è andato benissimo. Sono soddisfatto perché ho avuto il supporto e la possibilità di allenarmi con i migliori atleti campani girando tra la mia palestra e le loro. Gli sparring preparatori erano pieni di atleti di livello provenienti da tutta la Campania. Il Danger ha richiamato alla collaborazione tutti, è stato perfetto. Poi ovviamente la parte atletica e lo striking li ho curati a Sorrento da Angelo Veniero, il migliore che si può trovare in Campania da questo punto di vista.
Dove ti senti maggiormente migliorato?
Ma guarda è una domanda un po’ difficile perché io è da tre anni a questa parte che mi sento completamente un altro atleta, ho avuto la possibilità di dimostrarlo, ma non sempre ci sono riuscito. Ho capito i miei errori passati e questo credo che sia l’aspetto sotto il quale mi sento più migliorato. Adesso ho un gran bagaglio tecnico e di esperienze nell’ottagono (a conti fatti sono il secondo atleta con più match di tutto il sud italia), quindi mi sento che se sono migliorato in qualcosa è proprio questo.
Ti senti da fare una previsione per l’incontro?
Non ho previsioni da fare perché ovviamente nella mia testa c’è solo la possibilità di vincere, non ci sono altre opzioni, ma mi auguro che sia una guerra. Una di quelle che provi fisicamente e mentalmente tutti e due, per vedere chi è il più duro e chi non molla mai.
Cosa pensi del tuo avversario Daniele Miceli?
Daniele è un avversario di tutto rispetto. Sono anni che volevo fortemente un rematch tra di noi perché credo di aver vinto il nostro primo match, ma i giudici decretarono diversamente. Da li le nostre strade si sono divise e ognuno ha fatto le sue esperienze nell’ottagono ma tutti e due sempre su livelli abbastanza alti e senza avversari di comodo e per questo ha tutta la mia stima.
Mai come quest’anno si stanno registrando così tanti eventi in Italia dove però la maggior parte sono tutti nel nord. Dato che sei campano ti chiedo se la situazione sta cambiando anche in quelle zone
Sì. Definitivamente sì. La situazione sta cambiando grazie all’impegno di pochi e sognatori eroi che hanno deciso di investire nel settore. Ancora non sappiamo i risultati di una scelta del genere, ma dobbiamo capire che quelli dipendono da noi: se le piccole realtà si fanno guerra, si ostacolano tra di loro, non collaborano ecc… allora non si riuscirà a sedimentare nulla. E anche gli atleti devono fare la loro: non esiste che atleti al debutto chiedano dai 300 euro a salire per combattere. Non ho dubbi che li meriterebbero tutti, ma non c’è la forza economica per sostenere certe richieste. E poi i biglietti vanno venduti: educate la gente alle MMA, fatevi conoscere, non rimanete rintanati nelle palestre come degli animali, c’è un mondo fuori e possono essere tutti potenziali spettatori.
A proposito di questo, che ne pensi della situazione Venator e IFC?
Ho parlato apposta di piccole realtà che si fanno la guerra, proprio perché se invece ci rapportiamo alle grandi realtà la penso in maniera opposta.
Prima i fighter potevano aspirare solo al Venator per avere un palcoscenico internazionale in italia. Ora hanno ben due realtà. Certo se vediamo i modi in cui si fanno la concorrenza le due promotion chiunque avrebbe un po’ da storcere il naso, ma fa nulla queste sono cose fisiologiche soprattutto se si vede come sono nate le due promotion e chi sono i loro interpreti.
Tu chi scegli tra le due?
Ovviamente quella che paga meglio!
Hai qualche altro match in programma?
Sì ho una proposta all’estero ad aprile, ma non so praticamente nulla dei dettagli quindi non è per nulla niente di certo. Per ora sono concentrato al 100% solo su Miceli.
Il tuo obiettivo è l’UFC?
È l’obiettivo di chiunque. Compreso il mio. So che è difficile, se non impossibile, con il record che mi ritrovo, ma pago le scelte di un inizio carriera mal gestito e l’aver perso molti treni importanti. Ma non me la prendo con nessuno per questo, so gli errori che ho fatto e indico me come unico colpevole. Ma indico anche me come l’ unico che può provarci ancora e non mollare, aggiustare la rotta e perché no arrivare al massimo traguardo. Ho il dovere di crederci sia per me stesso e per tutte le ore che spendo a soffrire ad allenarmi ma anche per tutte le persone che mi aiutano e credono in me.
E poi io mi sento come un arciere: quando con l’ arco in mano cerca la mira per il bersaglio, punta la freccia sempre un po’ più su del bersaglio stesso. Un poco più in alto, per farla arrivare il più lontano possibile.
Accetteresti una chiamata Bellator con la conseguenza di rinunciare al sogno UFC?
Tu pensa se a Sarri (allenatore del calcio napoli) dopo 21 anni di carriera in cui si é fatto da allenatore tutte le serie minori con sconfitte e vittorie ma senza mai raggiungere nulla degno di lode gli avessero detto: “ci metteresti la firma per la serie b per il resto della tua carriera?” Forse qualcuno avrebbe di sì, e non sarebbe sulla panchina della miglior squadra di Italia.
Quindi puoi facilmente immaginare la mia risposta. Non mi paragono al genio di Sarri ovviamente, ma sono un sognatore e credo in me stesso quel poco che basta per farmi sperare ancora.
Se vuoi aggiungere qualcosa tu fai pure
Non ho nulla da aggiungere, se non di essere felice di combattere nella mia città davanti alla mia gente. Voglio regalargli emozioni e voglio esprimermi al meglio, spero di vedervi tutti li!