Leonardo Damiani prima di Venkon Fight Night 2, l’intervista con l’atleta prima dell’impegno che lo vedrà protagonista del main event della serata organizzata dal Venkon Fighting Championship.
A Leonardo “Cucciolotto” Damiani (5-1) la sorte ha deciso di offrire una bella opportunità: combattere nel main event del Venkon Fight Night 2 contro l’inglese John Maguire (25-10), veterano UFC che vanta partecipazioni nei principali circuiti di MMA nel mondo.
Naturalmente non me l’aspettavo, durante le vacanze mi sono sempre tenuto allenato anche se non ho seguito i soliti regimi alimentari, non ho più seguito la dieta ferrea che ho fatto per il Venator. Mi sono trovato un po’ spiazzato per il peso, ma grazie al Mixed Artial Pro Team ho avuto sicurezza nel fare sia la preparazione che il taglio. Mi sento carico e pronto.
Damiani non se l’aspettava perché in origine non era previsto che combattesse contro Maguire. Giorgio Pietrini era l’avversario designato a combattere contro l’inglese, ma l’atleta di Livorno si è infortunato in modo grave e non potrà combattere all’evento. Una volta accertata l’impossibilità di combattere, Pietrini ha passato la staffetta a Damiani.
Ci siamo sentiti, è giusto così visto che lo studiava da un paio di mesi e sarebbe stato da sciocchi non andare a informarsi su un avversario così ostico come Maguire. Ha trentacinque match all’attivo, è sicuramente da non sottovalutare, più informazioni si hanno e meglio è. Tutti gli aiuti sono stati graditi.
Come si fa a preparare un match del genere in dieci giorni? Con un solido team alle spalle, dei validi sparring partener e un pizzico di audacia. A questi ingredienti “Cucciolotto” aggiunge anche il tocco personale di originalità: lo “stalking”.
Solitamente sono un po’ uno “stalker”, come mi definiscono in palestra. Vado a vedere tutte le abitudini dell’avversario sia in gara sia in allenamento se riesco. Insieme al team e ai vari coach che mi seguono, vado a cercare l’errore, il punto debole dell’avversario e dove andare a costruire un gameplan. Questa parte viene chiaramente fatta dall’head coach Gianluigi Tedoldi, però anche a me piace molto studiarlo e se noto qualcosa cerco di essere sempre attivo nell’organizzazione del gameplan finale.
Cerco sempre di chiudere l’incontro quando mi viene data l’opportunità. Lavoro molto non sulla spettacolarità, ma per essere efficace, diretto e molto aggressivo. In tutti gli incontri che ho vinto sono stato molto diretto.
Damiani è uno che studia molto i suoi avversari. Di sicuro non ha fatto eccezione Raffaele D’Eligio, con cui ha incrociato i guantini a Venator Kingdom 2. Dopo aver vinto, però, Damani ha scoperto che il suo avversario è risultato positivo ai controlli dell’antidoping.
Sicuramente non l’ho presa molto bene perché mi è sembrato un po’ scorretto da parte sua. Se avessi perso, mi sarei più arrabbiato, so che l’incontro è andato come è andato, in due minuti e cinquanta l’ho finalizzato e va bene così. Non ci faccio caso più di tanto, ora penso solo all’incontro di domenica.
Domenica rappresenterà l’Italia contro la delegazione di atleti stranieri provenienti dal mondo che sfideranno i nostri. Le motivazioni a Damiani non mancano.
Mi sento gasatissimo, è un onore e un piacere rappresentare la mia nazione. È un gran punto di svolta per l’Italia, nell’ultimo periodo le MMA sono più diventate più visibili. È una grande opportunità per me e per questo sport per emergere ancora di più.
Voglio ringraziare tutto il mio team che mi asseconda in tutte le mie idee un po’ folli, ringrazio Gianluigi Tedoldi e Simone Tabaglio, mio compagno di squadra. Ringrazio anche tutti i ragazzi della mia palestra in cui mi alleno tutti i giorni che mi aiutano a crescere e imparare. Dieci giorni di preavviso non sono tanti per nessuno dei due. Più che un rischio, questa per me è un’occasione.
Crediti immagine di copertina: Fabio Barbieri