Alex Dandi parla dei controlli antidoping a Venator. Questa è la prima parte dell’intervista, sulle procedure e sui controlli antidoping Venator, effettuata nei giorni scorsi con la voce italiana UFC. Nella stessa intervista Dandi ha risposto anche a Cody McKenzie e Mattia Schiavolin, non risparmiando critiche a Marvin Vettori.
Dandi inizialmente ha parlato dei motivo che ha spinto Venator ad affidarsi a NADO:
Il patrocinio con FIGMMA garantirebbe, in via del tutto teorica, già di per sé, di avere i controlli antidoping, perché in Italia possono arrivare da due direzioni: o dal ministero della salute, oppure via NADO, l’organismo che si occupa dei controlli che fa capo a WADA. Avere il patrocinio di una federazione fa si che il ministero possa mandare un controllo antidoping.
Questo però nella pratica si traduce in controlli sporadici o assenti, soprattutto in sport minori come le MMA. C’erano stati controlli antidoping in gare dilettanti, ma erano molto sporadici, 2-3-4-5 atleti in cinque anni. Se organizzi un evento che sia pro o dilettanti avere un controllo random di qualche atleta in cinque anni non è proprio una garanzia, quindi abbiamo voluto fare un passo successivo.
Il passo successivo, quindi è stato mettere a disposizione un budget:
NADO quando si muove, ha un listino prezzi; noi abbiamo messo a disposizione un budget a FIGMMA ed era la prima volta che FIGMMA si trovava nella situazione in cui un promoter metteva direttamente i soldi per avere più controlli antidoping. È stato un budget comunque limitato e la cosa che ci ha sorpreso positivamente è che abbiamo usato solamente una piccola parte, perché da parte di FIGMMA e NADO c’è stata una grossa collaborazione per coprire una parte dei costi e questa cosa ci ha aperto un mondo.
Non credo che tutto ciò sarà sempre possibile, perché testare 12 atleti ha un costo rilevante. Anche se non si testano 12 atleti, noi ci accontenteremo di 2-4 fighter per evento, perché sarà comunque random e quindi tutti gli atleti devono essere pronti.
Dandi, successivamente, ha parlato di come sono stati informati gli atleti, nonostante la notizia dei controlli sia stata ufficializzata a pochi giorni dall’evento:
La nostra intenzione è sempre stata quella di fare i controlli a Venator, già dal gennaio 2015, avevamo fatto una riunione con gli atleti e il dottor Capodaglio. L’ok, frutto di un iter abbastanza complicato, è arrivato abbastanza tardi, forse perché eravamo anche i primi. Siamo arrivati a ridosso dell’evento, una quindicina di giorni prima.
Appena ho avuto la certezza mi sono premurato di mandare la comunicazione al manager, al coach o direttamente all’atleta, tramite messanger, in cui veniva segnalato il sito NADO, dove c’era un link diretto alla lista delle sostanze. Avevo fatto degli esempi per certe sostanze, anche esagerando la questione: attenzione ai spray nasali, attenzione alle creme cortisoniche, in modo tale da non cadere anche nel doping involontario, cosa che accade.
In più, abbiamo mandato un modulo per chiedere l’esenzione da una medicina prescritta dal medico. Generalmente va presentato con largo anticipo, nel nostro caso alcuni hanno presentato anche il giorno stesso e siccome i tempi erano stretti è stato accettato. In questo senso ci hanno aiutato, sono stati molto collaborativi. Parliamo comunque di una-due persone.
La cosa del non sono informato non sussiste né per i dilettanti né per i professionisti, anche perché ci hanno i consegnati i dati di tutti e tutti hanno risposto o chiesto delle cose se avevano dei dubbi.
Dandi ha poi parlato dei passi che dovrebbe fare una promotion per arrivare ad avere i controlli e delle esigenze che hanno gli ispettori affinché tutto venga effettuato nel modo corretto:
Come Venator, la prima cosa è avere la federazione di riferimento, nel nostro caso è FIGMMA che accede ai controlli antidoping attraverso FIWUK. Siccome le MMA non sono riconosciute, la FIGMMA deve appoggiarsi alla federazione con la disciplina sportiva più vicina, in questo caso il Sanshou Full Contact che sarebbe il Sanda a contatto pieno, perché ci sono le proiezioni e in più ci sono i colpi di striking, perché boxe e kick boxing hanno un altro tipo di certificato sportivo. Questo serve per assicurazione etc.
La FIGMMA fa da tramite con NADO, bisogna compilare dei moduli e dare la disponibilità per degli spazi specifici: per il prelievo dei campioni c’è bisogno di un antibagno e un bagno, con gli ispettori che sorvegliano il tutto. Gli atleti vengono prelevati portati nello stanzino, firmano, viene fatto un questionario conoscitivo e tutto viene formalizzato.
Il processo è semplice: si chiama FIGMMA si chiede il patrocinio, si chiede l’accesso ai controlli antidoping, si compilano due fogli per l’accesso, si comunica la card e si verifica che tutti gli atleti siano tesserati FIGMMA o FIWUK e nel caso si tesserano.
Questa l’intervista completa, domani la seconda parte in cui Alex Dandi parlerà di quello che è successo a Gritco e Fernandez e della non obbligatorietà di tesserare un atleta nel caso questo sia straniero.
Crediti immagine di copertina: Fabio Barbieri Photography
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