Report di PNFC 10: Italia vs Brazil. L’evento si è tenuto l’8 Aprile 2018 presso l’auditorium Concordia di Pordenone e ha visto susseguirsi dieci incontri, dei quali quattro dilettantistici. Due sono stati invece i match di Grappling, il secondo dei quali per assegnare il titolo PNFC al limite degli 84 kg.
La card preliminare IMMAF ha offerto uno spettacolo nel complesso godibile. Le incertezze che spesso caratterizzano gli incontri dilettantistici, nei quali atleti alle prime armi faticano ad esprimersi, non sono state motivo conduttore dei quattro match proposti. Ciò grazie alla selezione oculata di ragazzi dal buon potenziale e già con qualche esperienza alle spalle. Una menzione particolare va al peso piuma Ingly Nako segnalatoci dallo stesso promoter Gianpaolo Puggioni come osservato speciale. Il suo primo match IMMAF non è durato più di 20 secondi: il tempo di mandare a bersaglio il suo primo e unico pugno della serata, avventarsi sull’avversario a terra e sottometterlo con una rear naked choke.
Ad inframmezzare la preliminary card ed i quattro match pro, la sopracitata finale del torneo di Grappling only submission. La cintura è stata vinta da Cristian Rota che, dopo aver guadagnato la possibilità di prendere parte all’ultimo atto del PNFC tournament nel pomeriggio grazie ad un kneebar, ha trionfato sull’avversario sempre via sottomissione grazie ad un triangolo inverso.
Il primo match di mma della main card ha visto contrapposti Yousuf Hassanzada (2-1) ed Enrico Andretta (0-2) in un Catchweight ad 80 kg. L’atleta afghano ha imposto sin da subito il suo ritmo in piedi mandando a segno delle buone combinazioni e mantenendo sempre la pressione sul suo avversario. Il primo round si è poi addormentato in una lunga fase a terra sempre dominata da Yousuf, che ha infine atterrato Andretta vincendo per KO in maniera prepotente e molto convincente a inizio secondo round.
Segue poi nella categoria dei pesi massimi Vitor Dos Santos (1-0) vs Ivan Dailly (0-4). Ad uscire dall’ottagono vittorioso è stato l’atleta brasiliano tramite una ghigliottina al primo round, capitalizzata dopo lunga fase di studio ed un buon ground game.
Nella penultima contesa della serata, si sono fronteggiati invece Jefferson Machado (2-0) e David Aramayan (1-1). Nei tre round, portati infine a casa dall’atleta di origini brasiliane ma stabilmente in Italia, si sono alternati momenti veloci e godibili di scambio in piedi e fasi a terra durante le quali Machado non si è risparmiato presentando un ground and pound efficace e duro. L’impressione è quella che The flying Armenian, l’idolo di casa, presentato come fautore di tecniche spettacolari, non sia invece riuscito ad esprimersi, subendo la pressione del brasiliano e facendosi intimorire a tal punto da non far partire quasi nessun colpo nel corso del secondo round. Le potenzialità tuttavia sono indubbie e la giovanissima età gioca a suo favore, avrà senza dubbio modo di rifarsi. Un plauso invece a Machado che ha inanellato la seconda vittoria professionistica con una prestazione solida.
Infine il main event nella categoria dei pesi Welter: Anderson Da Silva (6-10) vs Marco Manara (8-8). Il brasiliano è partito subito forte mettendo colpi molto pesanti nel primo minuto, uno dei quali ha provocato un rigonfiamento molto evidente sopra l’occhio all’avversario. Due stop arbitrali si sono susseguiti per permettere altrettanti controlli medici, ma in entrambi i casi Manara è stato autorizzato a continuare. Tuttavia, dopo la messa a segno di altri colpi e l’incremento del danno, è stato lo stesso arbitro Luca Puggioni a fermare la contesa -decisiva una ginocchiata a segno- decretando così la vittoria di Da Silva.
L’evento tutto considerato è stato piacevole, ormai un appuntamento abituale per il movimento mma del nord-est. Lo scontro fra Italia e Brasile, il confronto fra diversi paradigmi e soprattutto l’incontro e connubio degli stessi, può essere riassunto nell’intervista post-fight di Jefferson Machado, esponente della fazione marziale verdeoro:
Scusate ma sto a svenì, mò vado a magnà