La data sabato 9 dicembre ha segnato la sconfitta delle MMA italiane, non tanto per il risultato in sé, quanto per quello che è successo di contorno.
Chi segue www.4once.it si sarà accorto della nostra politica editoriale. Cerchiamo di far parlare i protagonisti (atleti, coach, promoter) e i fatti più che lasciar spazio agli opinionisti (noi). Questo, invece, sarà il mio primo editoriale, una riflessione in cui esporrò la mia opinione su alcuni fatti di cronaca. Spero di riuscirne a scrivere uno a settimana, tendenzialmente di domenica, giorno un po’ più rilassato rispetto al solito.
Non potevo non partire dal mio atleta italiano preferito: Alessio Sakara. Perché? Beh, la prima volta in assoluto che ho sentito parlare di MMA e di UFC è stato grazie al servizio di Lucignolo sul Legionarius. Ho provato a ritrovare quella puntata, ma non ci sono mai riuscito, chi sa qualcosa sul come reperirla me lo faccia sapere. La prima volta, poi, che ho comprato un evento UFC è stato per vedere Alessio Sakara. In quell’occasione affrontava Nico Musoke e non andò (nemmeno allora) come previsto.
Vi lascio immaginare la mia gioia quando ho visto il mio lottatore preferito dal vivo a Torino in occasione del primo Bellator in Italia.
Questa breve premessa serve a mettere in prospettiva il mio “rapporto” con Sakara. Ieri sera al Mandela Forum non è andata come previsto, di nuovo. Il Legionarius non è riuscito nemmeno a entrare nel match che il tutto si è concluso con una gomitata da parte di Carvalho. Con un paio di colpi il brasiliano è riuscito a far ammutolire Firenze.
Peccato che Firenze non sia ammutolita. Appena dopo la fine dell’incontro una parte del pubblico presente ha iniziato a scandire epiteti razzisti, parecchio pesanti, nei confronti del vincitore. Non riporterò quelle parole, ma le immagini registrate dai presenti parlano da sole. Questo mi ha portato a chiedermi se le MMA italiane sono pronte davvero a fare il passo successivo, ad aprirsi a un’internazionalità che a oggi sembra andarle stretta.
Nessuno si aspettava che il pubblico del Mandela Forum osannasse la vittoria del brasiliano, ma da qui al mimare i gesti delle scimmie (come riferisce chi era presente all’evento) di strada ne passa.
La principale scusa per questi gesti (su cui, tutt’ora, pesa il silenzio degli organizzatori e di alcune testate del settore) è questa: sono tifosi occasionali, che di solito seguono il calcio. Premesso che il calcio non è lo sport su cui scaricare tutto quello che non va negli sport da combattimento italiani, mi viene difficile pensare che tifosi occasionali, abituati da sempre a vedere le MMA in TV sul divano di casa, abbiano comprato i biglietti per vedere un evento come quello Bellator/Oktagon.
Quelli che insultavano Carvalho, che si è dimostrato un signore nella vittoria, erano marzialisti, persone che si riempiono la bocca di parole come onore e rispetto, ma che del rispetto e dell’onore non conoscono nemmeno il significato.
Chiaro che in questo editoriale si sta facendo di tutta l’erba un fascio. Non è vero che tutti, proprio tutti, i presenti al Mandela Forum hanno insultato Carvalho, ma allo stesso tempo non si può nemmeno far finta che questi episodi non siano successi oppure minimizzarli. Bisogna condannarli. “L’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo“, diceva l’uomo di cui il Forum di Firenze porta il nome.
Se vi definite tifosi di Alessio Sakara, di uno che è partito dal basso e ce l’ha fatta con la sue forze, non avete capito nulla dei suoi insegnamenti e dell’esempio che ha dato fin’ora.
Crediti immagine di copertina: Corriere Dello Sport