Come sono andati gli italiani nella prima serata di Bellator Milano

La risposta breve è male, visto lo score complessivo di tre sconfitte a fronte di due sole vittorie. Però proviamo lo stesso ad analizzare il perché e a spendere due parole su come si è svolta la prima delle tre serate milanesi organizzate da Bellator.

Chiara Penco vs. Aleksandra Toncheva Plamenova

Neanche il tempo di scaldare i motori che tocca subito alla Beasty Barbie. Davanti, Penco si è trovata un’atleta che ha macinato vittorie e medaglie nella sua carriera da amateur in IMMAF. La lottatrice bulgara era un classico cagnaccio che ti sfinisce a furia di takedown e colpi in ground and pound.

L’atleta del Rendoki Dojo ha combattuto il classico match “alla Penco”, dimostrando ancora una volta quanto si trovi a suo agio a lottare con la schiena a terra. Nel primo round, per la Beasty Barbie sembrava fatta dopo aver chiuso un triangolo di gambe, e solo la testardaggine della bulgara ha impedito alla Penco di portare a casa la quinta vittoria per sottomissione in carriera. Tra lo stupore generale, invece, Toncheva ha difeso bene sia il tentativo di triangolo che quello di armbar. Niente ha potuto fare nel secondo round, dopo che Penco l’ha chiusa in un nuovo tentativo di triangolo e ha iniziato a martellarla di pugni fino allo sfinimento. L’arbitro ha decretato la fine del match al minuto 4:27, assegnando la prima vittoria per TKO di sempre alla Penco. Vittoria maiuscola per Penco, che può senz’altro continuare a dire la sua nei pesi paglia Bellator.

Daniele Scatizzi vs. Gavin Hughes

Prestazione da urlo quella di Scatizzi. Entra in gabbia e con una lucidità che poche volte gli si è vista in passato, prende il suo avversario, lo proietta a terra, difende da manuale un tentativo di reverse e chiude una ghigliottina dalla monta. Hughes non può far altro che battere dopo appena 101 secondi dall’inizio della lotta. Applausi a scena aperta per Scatizzi, che era dato per netto sfavorito. E pensare che le sottomissioni sono il forte di “Big Tasty”.

Finora, “Scat” ha raccolto nella sua carriera meno di quello che è il suo valore e le sue potenzialità. Se dovesse continuare con questa lucidità, può togliersi delle belle soddisfazioni. Quella di ieri è stata la miglior vittoria in carriera.

Stefano Paternò vs. Ion Pascu

Dal primo round di questo match, la serata degli italiani è iniziata ad andare storta. Sull’analisi dell’incontro, mi limito a riportare quanto sottolineato più volte dai commentatori inglesi durante la diretta. La scelta di calciare contro un wrestler rognoso come il fighter romeno non è stata una mossa brillante. Per tre round, Pascu ha intercettato i calci di Paternò, portato a terra da dove si è limitato a controllare l’avversario fino a quando i giudici l’hanno premiato con una decisione unanime. L’atleta meneghino si è difeso bene con le spalle al tappeto, ma difficilmente si porta a casa una vittoria ai punti da quella situazione.

Il bombardiere romeno è un avversario di tutto rispetto, un veterano forgiato dal fuoco di una trentina di battaglie. Tutti gli avversari che ha incontrato in Bellator, però, hanno controllato Pascu con relativa facilità. Questo era un test alla portata di Paternò, che andava passato a pieni voti.

L’ho detto più volte in passato e lo ribadisco, il fighter meneghino ha molto potenziale. È una persona equilibrata che unisce una mentalità guerresca con delle doti lottatorie niente male. Dovrebbe considerare di cambiare categoria, perché, per quanto nobile (e salutare a lungo termine) possa essere la sua scelta di non tagliare peso, gli creerà sempre dei grossi problemi in gabbia. Pascu non è né il più grosso dei welter Bellator né quello che taglia di più, e andando avanti, il livello di competizione si alzerà sempre di più. Il taglio del peso è una tecnica lecita e permessa dal regolamento, i giudizi morali su di essa non devono in alcun modo influire sul giudizio di un match. Nè deve essere usata come scusante dopo una sconfitta.

Nicolò Solli vs. George Hardwick

Sconfitta di misura per il Monkey King, che però è ancora in una fase della sua carriera dove può permettersi il lusso di sbagliare. A 22 anni, ha tutto il futuro davanti per colmare le lacune e imparare dai suoi sbagli per arrivare lontano. La sconfitta per decisione unanime con l’inglese deve essere solo un passo indietro per prendere la rincorsa e lavorare su alcune lacune nella gestione della foga.

Hardwick è un fighter tosto che in carriera ha perso solo con Madars Fleminas, un altro che ha assaggiato l’amaro sapore della sconfitta di rado. Back to the lab again, yo, this whole rhapsody, better go capture this moment and hope it don’t pass him cantava Eminem. Per Solli vale lo stesso consiglio, cioè tornare al laboratorio, lavorare sugli errori, e fare in modo che non passi il momento di ottime prestazioni contornate da altrettanti successi.

Pietro Penini vs. Mike Shipman

Anche per Penini, vale un po’ lo stesso discorso di Paternò. Il suo era un match che stabiliva un po’ le gerarchie della categoria dei pesi medi europei in Bellator. Senza girarci troppo attorno, era un match da vincere. Invece, Penini si è presentato in gabbia con una strategia attendista che non ha pagato. Shipman si è limitato al minimo indispensabile, che però è bastato per portare a casa una decisione unanime.

Sappiamo tutti che il fighter di Verona ha grosse ambizioni, che possono essere racchiuse in tre lettere, UFC. E tutti quelli del suo entourage sono convinti che abbia anche il potenziale per trasformare quelle ambizioni in realtà. Peccato davvero per l’improvviso arresto perché si presterà di nuovo il fianco alle critiche del Made in Italy, visto che Penini ha svolto tutto il camp in Italia. Personalmente, ritengo che il lavoro svolto in Italia prima o poi darà i frutti sperati. Ci vuole pazienza, tanta pazienza, ma i risultati arriveranno.

A patto che si lavori su alcuni aspetti dove il Bel Paese è un passo indietro. Salvo Scatizzi, tutti gli atleti italiani sono stati portati a terra dall’avversario con relativa (troppa!) facilità, urge fare qualcosa per il lottato al più presto.

Il resto della card

Nel complesso, la prima serata milanese è partita alla grande (non solo per gli italiani, ma in generale), poi si è spenta un po’. Ci si aspettava un match da lavandini che volano nel match tra Will Fleury and Kent Kauppinen, invece si è visto un irriconoscibile (ma furbo) Fleury che si è limitato a vincere il match grazie alle sue doti lottatorie nettamente superiori all’avversario. Tiepido anche il main event, che è partito in sordina, è migliorato nel secondo round grazie a un assetato di sangue Costello van Steenis, ma poi tornato su ritmi più bassi dopo che Edwards ha addormentato l’incontro. Highlight della serata, quello spettacolare calcio di Aiden Lee con cui ha spento le luci a Jeremy Petley.

Prossimi appuntamenti

Per Bellator, l’appuntamento è a giovedì 1 ottobre con Bellator 247. Rivedremo in azione Simone D’Anna, Ivan Naccari e Gianni Melillo. Sabato 3 ottobre, invece, ci sarà il terzo e ultimo evento Bellator Milan, dove combatteranno Alessio Sakara, Carlo Pedersoli Jr. e Alessandro Botti.

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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