Intervista ad Alessandro Botti prima di ICF 4. Il fighter brianzolo difenderà il titolo pesi leggeri contro lo spagnolo ex UFC Abner Lloveras nel main event dell’evento.

Partiamo dal tuo ultimo match. La vittoria del titolo ICF contro Gert Kocani. È stato il momento più alto della tua carriera fino ad ora? La tua vittoria più importante?

Credo che la vittoria con Kocani sia passata troppo in sordina, tanta gente ha pensato che lui non fosse all’altezza. Mi fa ridere questa cosa perché in Italia quando Kocani ha battuto Zecchini, che tutti vedevano come il prossimo in UFC, era un fenomeno. Quando poi è stato battuto in maniera netta da me, è stato trattato come se fosse un bambino dell’asilo.

Per il momento lo considero il momento più alto della mia carriera. Per il livello dell’avversario e per la sua esperienza. Poi c’era in palio uno dei titoli più importanti d’Italia. Per ora direi di sì, poi vediamo cosa succede nel prossimo match.

Il match con Lloveras sarà il quarto per te quest’anno. Fino ad ora hai raccolto solo vittorie prima del limite. Un’annata senza dubbio strepitosa. Che bilancio puoi fare fino ad ora del tuo 2018?

Quest’annata la considero come la mia rinascita. A livello sportivo ma anche personale. Sono successe tante cose che mi hanno fatto cambiare testa e mentalità. Che a quanto pare hanno dato i loro frutti anche a livello sportivo. Spero che continuerà anche questo sabato.

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Consideri il tuo avversario come il più difficile della tua carriera?

Non so se è il più difficile. Perché nella mia carriera, fino a poco tempo fa, ho combattuto a 84 kg dove ho incontrato gente tosta. Tipo Schiavolin, che magari non sarà un ex UFC, però oltre alle doti tecniche va considerato l’aspetto fisico. Io ero un peso medio naturale e la differenza a livello di stazza era notevole. Però con Lloveras, viste le sue esperienze in UFC ed M-1 e il fatto che si alleni con il team di McGregor, sicuramente è il match più importante a livello di prestigio, quello con più visibilità.

Proprio a proposito del team di Conor McGregor al suo angolo avrà Gunnar Nelson e Luka Jelcic, che testimoniano il livello della sua preparazione. Pensi che questo, unito al fatto di aver già combattuto nelle grandi promotion che citavi prima, farà sì che potrebbe avere un vantaggio di esperienza in un ambito internazionale come questo?

Non credo. Anche quando mi è stato detto che avrebbe avuto all’angolo Nelson e Jelcic non mi sono preoccupato. Rimane sempre lui l’atleta, non dovrò combattere con loro due. Non mi ha fatto né caldo né freddo. Sarebbe da stupidi valutare un atleta in base alla gente con cui si allena, anche perché noi non abbiamo nulla da invidiargli come team.

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L’ultima vittoria di Lloveras è stata contro Davy Gallon, l’ultimo fighter ad averti sconfitto. Consideri una vittoria contro lo spagnolo come una doppia rivincita?

Ogni match è a sé. Con Gallon è stato un match in cui non ero in forma ed è capitato in un periodo della mia vita un po’ strano, è un capitolo chiuso per me. Questo match sarà a sé, sarebbe una vittoria importante, ma non vado lì per vendicarmi della sconfitta con Gallon.

L’ultimo campione ICF ad aver battuto un ex UFC, Stefano Paternò, dopo il match è stato chiamato in Cage Warriors a combattere per il titolo. Credi che questo match possa essere il tuo trampolino di lancio verso l’estero?

Ne ho già parlato con il mio manager. Sarebbe stupido dire che non sogno la UFC come tutti, però non ho più vent’anni, non è più il tempo di sognare, è quello di fare le cose fatte bene e agire. Voglio soltanto vivere di questo sport. Che sia UFC, Bellator, KSW o Brave voglio andare da qualche parte dove girano un po’ più di soldi. Per poter vivere di questo sport e non sopravviverci. E spero che questo sia il match giusto per farmi arrivare dove voglio.

Dopo aver combattuto nel co-main event sei stato “promosso” nel match principale. Oltre a quanto dimostrato in gabbia, la promotion con questa scelta ti ha sicuramente riconosciuto anche il fatto di avere sempre un seguito tanto numeroso quanto rumoroso. Vista l’importanza di questo match ci dobbiamo aspettare un tifo quasi da stadio?

Io li chiamo “la mia gente” perché alla fine è quello che siamo. Un paese piccolo dove da ragazzini eravamo dei disperati e facevamo sempre un sacco di disastri. Tutta la gente che viene a vedermi quando combatto torna ad essere sempre esasperata come quando eravamo ragazzini. Si sono sempre fatti valere. Gli ultimi match c’è sempre stata una bolgia assurda quando entravo, ma sabato si supereranno. Poi visto che combatteranno anche Luca Panzetta e Andrea Fusi, ci sarà veramente tanta gente lì per noi.

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La tua considerazione finale sul match. Che tipo di incontro sarà?

Se ho accettato il match è perché sono convinto di poterlo vincere. Le MMA sono lo sport più imprevedibile del mondo e fare un pronostico è impossibile. Io andrò lì per fare una guerra come sempre, anzi anche peggio delle solite perché sono veramente agguerrito.

Io mi sono preparato al meglio con il mio team tra Ramada Jiu-Jitsu e Clan Mano Di Pietra e tutti i ragazzi che mi hanno aiutato. Oltre che agli sponsor MMA Addicted, Shamrock Irish Pub di Lecco, Scacco Matto Tatto e Vitamin Store Merate che sono sempre fondamentali.

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Crediti immagine di copertina: Fabio Barbieri

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Andrea Brenna

Studente di Scienze umanistiche per la comunicazione e grande appassionato di sport, scopro le MMA solamente un paio di anni fa ma è stato subito amore a prima vista.

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