Il pay-per-view svoltosi a Perth nonostante qualche scetticismo iniziale non ha deluso, regalando match ed emozioni degne di un evento numerato UFC, tutto questo raccontato nelle pagelle di UFC 221.

Tyson Pedro b. Saparbeg Safarov per sottomissione a 3.54 del R1

Tyson Pedro 8: la sottomissione che ci ha regalato è stata meravigliosa. Ma oltre quello ha messo in piedi una prestazione solidissima, fatta di uno striking veloce e pungente e di un BJJ di altissimo livello. Si conferma indubbiamente uno dei prospetti più interessanti tra i massimi leggeri. Per la UFC un giovane con queste qualità in quella divisione è oro colato, per cui spero vivamente che non lo brucino regalandogli match importanti troppo in fretta, ma dandogli i giusti incontri per continuare a crescere.

Saparbeg Safarov 4: seconda sconfitta in altrettanti incontri in UFC. Poco da dire, battuto in piedi e a terra dall’avversario. Prestazione scialba, senza cattiveria agonistica e senza aver minimamente studiato l’avversario. Per restare in UFC serve ben altro.

Jake Matthews b. Jingliang Li per decisione unanime

Jake Matthews 7: bella vittoria per lui che partiva come sfavorito. Primo round quasi perfetto, mostra ottimi miglioramenti nello striking tanto da mettere knockdown Li. Dopo un secondo round difficile, soprattutto per le ripetute scorrettezze del cinese, purtroppo non sanzionate dall’arbitro, riesce a recuperare e a vincere il terzo round portandosi a casa il match. Bella prestazione per il giovane australiano che ha fatto vedere importanti miglioramenti. Curioso di vedere cosa gli riserverà il futuro.

Jinhliang Li : brutto stop quando ormai era ad un passo dai ranking. Sconfitta che si merita ampiamente. Scorrettezza su scorrettezza è riuscito ad impedire all’avversario di finalizzarlo, commettendo ogni irregolarità possibile, passando dalle dita negli occhi all’aggrapparsi ai guanti. Match che comunque nonostante ciò ha perso nettamente, con Matthews che ha avuto la meglio sia a terra che in piedi. Comunque se combatti così scorrettamente meriti di perdere a prescindere.

Tai Tuivasa b. Cyril Asker per TKO a 2:18 del R1

Tai Tuivasa 8: WOW. Definire le sue mani pesanti sarebbe quasi riduttivo. Peso massimo molto old school, grosso e pesante, magari poco atletico ma molto potente, anche se sembra abbastanza agile nei movimenti vista la stazza, ma su questo mi voglio tenere il dubbio fino a quando lo si potrà valutare con un test più probante di Asker. L’impressione è che la forza mentale di questo ragazzo sia un’arma aggiunta. Altro prospetto interessantissimo in un’altra divisione che necessita tremendamente di nuova linfa verde. Tutto sommato però è ancora acerbo e anche lui non va bruciato con un matchmaking troppo affettato.

Cyril Asker 4: distrutto, non ha portato nemmeno un colpo rilevante. Non è un fenomeno e si sapeva. Fighter poco tecnico, poco atletico e facilmente battibile per chi ha una marcia in più. Alla UFC serve per capire se i nuovi acquisiti meritino o meno il palcoscenico e per questo credo avrà altre occasioni nonostante lo score negativo nell’ottagono.

Curtis Blaydes b. Mark Hunt per decisione unanime

Curtis Blaydes 6,5: rischia tantissimo nel primo round dove si salva grazie ad un takedown della disperazione. Da lì in poi applica il gameplan che ci aspettavamo, evitando sapientemente di scambiare in piedi e sfruttando il suo background da wrestler. Controlla in ground&pound per i seguenti due round portando a casa una meritata decisione. Questa vittoria lo proietta ai piani alti della divisione. Personalmente però lo vedo ancora acerbo però per la top 5, soprattutto in piedi.

Mark Hunt 5: mi da l’idea che abbia quasi perso la voglia di combattere, perlomeno a questi livelli. Entra nell’ottagono prova a mettere giù l’avversario nei primi minuti, se non ci riesce e l’avversario sfrutta le sue lacune nella lotta, quasi accetta la sconfitta. Questo match è stato emblematico, parte in quinta e va vicinissimo al KO, per poi finire sopraffatto dal gameplan dell’avversario e dal suo wrestling, sembra aver perso molta grinta. L’impressione è che non veda l’ora di uscire dal contratto con UFC, per poter fare gli ultimi match ben pagati altrove prima di dare l’addio a uno sport a cui comunque ha dato molto.

Yoel Romero b. Luke Rockhold per KO a 1:48 del R3

Yoel Romero 7,5: perde un voto per il peso fallito, ma è parzialmente giustificato dal poco preavviso. Si sbarazza di Rockhold con una prestazione incredibile, dimostrando tutta la sua intelligenza tattica e l’incredibile esplosività che ha. Usa il primo round per studiare l’avversario con grande elusività, per poi imporre il suo eccentrico striking, in un crescendo inarrestabile di potenza fino al colpo finale. Nonostante il problema con la bilancia si è ampiamente riguadagnato il rematch titolato con Whittaker. Con una prestazione come questa, con un cardio che, in controtendenza al suo solito, aumenta anziché crollare l’esito potrebbe essere ben diverso dal primo incontro.

Luke Rockhold 4: quarta sconfitta in carriera, quarta per KO. La sua prestazione non è stata in realtà orribile, ma ad ogni colpo pulito di Romero sembrava andare sempre più in difficoltà. Segno evidente che la sua mascella purtroppo è un grosso punto debole. Quello che mi stupisce è come continui a peccare in fase difensiva in piedi. Forse la decisione di lasciare l’AKA per passare all’Hard Knocks non è stata delle migliori e magari gli converrà riconsiderarla visti i fasti raggiunti sotto la guida di Javier Mendez. Così come magari potrebbe cambiare il suo approccio e puntare maggiormente sul suo grappling sopraffino.

 

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Andrea Brenna

Studente di Scienze umanistiche per la comunicazione e grande appassionato di sport, scopro le MMA solamente un paio di anni fa ma è stato subito amore a prima vista.

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