Simone D’Anna, prospetto dell’American Top Team Italia, ha risposto alle nostre domande in vista del suo impegno di sabato 30 settembre.

Simone D’Anna, 22 anni, ha iniziato a praticare sport da combattimento a 12 anni avvicinandosi al sanda, disciplina che ha seguito fino a 18 anni. Poi ha provato le MMA sotto la guida di Massimo Farina, che lo ha portato al professionismo.

“The Tiger” combatterà sabato 30 settembre nell’evento ROC 4. Il nome del suo avversario è Tom Creasey, che su Sherdog ha un record da professionista di 1-0, ma ha accumulato esperienza nei match amatoriali.

I microfoni di 4once.it hanno raggiunto Simone, che ha rilasciato questa breve intervista prima dell’impegno in terra straniera.

Ciao Simone, dove hai preparato il camp e con chi?

Ho fatto un training camp di un mese all’American Top Team di Miami e poi l’ultimo mese di rifinitura qui in Italia con Alessio Sakara e Massimo Farina. All’ATT ho fatto sparring soprattutto con Pedro Munhoz, atleta UFC. In America è stato fantastico, ci sono stato solo un mese, ma mi sono trovato benissimo. In Italia, invece, ho lavorato con Vincenzo Orefice, Marco Giustarini e Stefano Colagrossi.

Lavori oppure riesci a vivere con quello che guadagni lottando?

No, magari, faccio anche lavori come aiuto cuoco, lavapiatti, prima facevo il parcheggiatore d’auto e buttafuori, ho fatto anche il barista, faccio più lavori.

Prima esperienza all’estero da pro, nervoso?

Ho già combattuto all’estero da semi-pro due match: uno al ROC e l’altro al BCMMA. Quello di sabato, invece, sarà il mio terzo incontro da professionista, non sono nervoso. Ho cambiato categoria e sono sceso nei pesi gallo. Ho accettato da 25 giorni, ero 10 kg sopra, ma il taglio del peso sta andando bene. Combattere con un inglese, in casa sua, la nuova categoria, non sarà facile.

Cosa ne pensi del tuo avversario?

Ho visto due match e non si vede granché. Se la cava in piedi e poi cerca di lavorare a terra, stabilizzare la posizione e poi finire di gnp. Si vede che ha iniziato nelle mma, non lo si può definire né striker né grappler.

Vorresti far sapere qualcosa al tuo avversario?

No, no, voglio fargli l’in bocca al lupo e basta, il resto si vede dentro la gabbia. So che anche lui è imbattuto, ma io sono motivato e non vedo l’ora di far bene. Sicuramente farò spettacolo.
Voglio ringraziare tutto il mio team che mi sta vicino, il mio preparatore atletico, il mio nutrizionista, la mia famiglia, la mia ragazza, tutte le persone che mi seguono. Avere queste persone che mi stanno vicino mi danno un motivo in più per non mollare.

 

Di seguito, la card completa dell’evento ROC 4.

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Tudor Leonte

Alla perenne rincorsa del tesserino da giornalista pubblicista, ho scritto di MMA per alcune testate giornalistiche italiane e altri siti del settore. Al momento collaboro con Sherdog.com. Scrivo cose, intervisto gente, mi diverto.

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